Numeri da capogiro per il Ferrara Buskers Festival: 700mila persone per un’edizione da record
La 35ma edizione del Ferrara Buskers Festival è stata un successo di pubblico e di critica. Oltre 700.000 persone hanno seguito la manifestazione, durante l’anteprima a Comacchio e poi a Ferrara e gli oltre 480 artisti che complessivamente hanno realizzato 975 ore tra musica ed esibizioni artistiche nelle strade, piazze e vicoli della città.
Ospiti speciali di questa edizione sono stati Daniele Silvestri, che a sorpresa per il pubblico (non era stato annunciato) ha suonato la sera del 25 un set di un’ora chitarra e voce da consumato busker con tanto di cappello a terra, circondato da centinaia di persone incredule e felici, Omar Pedrini che il 28 ha partecipato con la sua musica, cantando un brano insieme al direttore artistico Stefano Bottoni, e i Rio, che, durante la prima serata, hanno regalato momenti di grande emozione.
La crescita del pubblico è stata in continua ascesa, con picchi sabato 27 agosto – si stimano circa 150.000 presenze – quando anche solo spostarsi a piedi nel centro storico era attività complessa data la presenza massiccia di persone che si muovevano tra una performance e l’altra, come un gioioso fiume le cui sponde erano le pareti dei palazzi storici di Ferrara. Sold out gli alberghi, i ristoranti, i parcheggi, lunghe file ai caselli per entrare in città, nonostante il tempo incerto e meteo altalenante nelle regioni limitrofe. Anche rispetto al 2019, ovvero al pre-covid, i dati registrano un aumento significativo e importante.
Le maggiori affluenze provengono da Bologna, Padova, Venezia, Milano, Parma, Roma, Torino ma anche dall’estero: Francia, Germania, Stati Uniti, Danimarca.
Ferrara è anche attrattiva per chi sceglie il polo universitario cittadino. Anticipati molti rientri di studenti fuori sede per poter seguire il FBF, ma in alcuni casi l’Università di Ferrara diventa scelta dettata proprio per essere città dei buskers come rivela Martino, studente di Verona neolaureato a Ferrara. Un Record di pubblico e di apprezzamenti, che arrivano sia a livello mediatico, con servizi e segnalazioni su TG nazionali, Mediaset, Sky Arte, RAI e uscite stampa, interviste su Radio nazionali come Radio 1 – che si è collegata con una postazione mobile e in diretta ha dedicato due terzi della trasmissione al festival.
Formazioni buskers: 22 gruppi invitati e 111 accreditati;
Per un totale di 485 artisti.
975 ore di spettacolo
19 nazionalità presenti
700.000 presenze stimate
Il pubblico del FBF è trasversale, per età ed estrazione sociale con main target 18-34 anni per un totale percentuale del 49,5% che, sommata alla fascia 35-44 registra quasi un 70%, ma sono presenti anche le fasce “over” e una presenza importante si ritagliano le famiglie con bambini.
Sono soprattutto dipendenti, liberi professionisti e studenti.
Una grossa fetta di pubblico ha partecipato al DopoFestival organizzato dall’associazione Puedes, con il 78%, che ha molto apprezzato la sede del Parco Massari nella sua versione più intima e curata;
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Il 53% del pubblico partecipante ha visitato musei e monumenti di Ferrara durante la giornata in attesa del Festival mentre il 32% si è fermato più di 1 giorno. Le occupazioni alberghiere e strutture B&B hanno registrato un 88% di camere occupate;
Il 22% dei partecipanti non era mai stato a Ferrara prima, mentre il 23% ci torna regolarmente solo per il Festival. Tra chi aveva già partecipato al FBF, il l 70% torna regolarmente tutti gli anni.
Ferrara Buskers Festival è dunque anche un volano economico importante per la città. Il periodo di fine agosto è storicamente quello meno sviluppato per la presenza di turismo a Ferrara. Ma la presenza in città di tale ondata artistica fa sì che in realtà FBF sia un forte attrattore turistico, paragonabile ai numeri della Riviera.
Sul fronte dei contenuti, Ferrara Buskers Festival è impegnato su molti fronti, in particolare quello della tutela dell’ambiente, terreno o marino, con il progetto BGreen in collaborazione con il Gruppo Hera, da molte edizioni partner importante e attivo del festival.
Il totale dei laboratori proposti sono stati 14 ed hanno riguardato aspetti ecologici, musicali, di educazione all’inclusione sociale.
Non solo buskers quindi ma ogni giorni Talk ed esposizioni artistiche, mostre fotografiche e installazioni.
Nei sondaggi effettuati durante i giorni del festival, Oltre il 60% degli intervistati ha dichiarato che sarebbe ben propenso nel pagare un piccolo biglietto per sostenere l’organizzazione.
Nessuno dei buskers, sia esso invitato o accreditato, percepisce un budget. È il Cappello, e dunque il gradimento del pubblico, a determinare il compenso della performance artistica.
Ma l’ospitalità, la logistica, i servizi, la promozione, le persone che lavorano al festival, gli adempimenti burocratici, la gestione amministrativa, la sicurezza, hanno un costo.
“Guardando le oltre 150.000 persone presenti sabato sera mi sono domandata – confessa Rebecca Bottoni, Creative Executive Producer del festival – quanti servizi potrei offrire, quanti artisti potrei raggiungere se solo avessi 1 euro per ognuno di loro. Vorrei che il Festival non cambiasse mai, vorrei continuare a regalare spettacolo ma servono investitori privati. Attualmente siamo sotto budget di due terzi. È come andare a mangiare il pesce con 10 euro. Viviamo anche il paradosso di avere il Consorzio Prosciutto di Parma che quest’anno ha scelto il Festival mentre le aziende ferraresi sono quasi del tutto assenti dalla lista dei main sponsor.
E questo è un elemento che il CDA del festival dovrà affrontare rivedendo il modello di business entro la fine del 2022. Impossibile continuare così.”
“Il Ferrara Buskers Festival è una ricchezza per la città, e noi siamo orgogliosi di questo, immaginando i prossimi anni come crescita continua e valore aggiunto alla cultura di una terra importantissima e di grande pregio. Ma c’è necessità che venga presa coscienza sull’indotto economico ed i costi da sostenere” dichiara Stefano Bottoni, direttore artistico e fondatore.
“Basta guardare il bilancio di Festival di pari grado – Umbria Jazz o il Giffoni solo per citarne alcuni – e il divario salta all’occhio immediatamente” afferma Enrica Ticchiati. CFO Amministrazione e Finanze dell’associazione Ferrara Buskers Festival.
Il Ferrara Buskers Festival è reso possibile anche dal contributo economico e dalla preziosa collaborazione del Comune di Ferrara e dai Servizi a supporto, con cui l’organizzazione e la direzione artistica hanno un rapporto quasi simbiotico, e dagli Enti promotori Ministero della Cultura, Regione Emilia Romagna, Camera di Commercio, Comune di Comacchio.
Importantissimi quest’anno sono stati anche gli sponsor privati Gruppo Hera, Consorzio Parma di Parma, DiSaronno con il marchio Whisky Busker, Krifi, Mondo Birra.
Molto lavoro, preziosissimo è stato anche fatto da uno staff di giovani, in alcuni casi alla loro prima esperienza lavorativa, guidati da un team organizzativo di alto livello, tra cui Erika Sarson, Enrica Ticchiati, Marika Sarson e ovviamente Stefano Bottoni, senza cui il festival non esisterebbe.
Una cosa è certa, le prossime date: 22-27 agosto 2023
Sul come e dove invece si dovrà aspettare. Potrebbe cambiare tutto.
Un ringraziamento va comunque a tutti gli interlocutori e alla preziosa collaborazione delle associazioni locali e realtà commerciali di Ferrara:
Cidas, Asp, progetto Non restare zitta, Legambiente, Plastic free, Cna, scuola di musica di Comacchio, Aidus, Baboon, Oma, Isailis, Unitalsi, Colorificio Artigiano Ferrarese, Edi elettronica, Orco Bacco, Piscina Bacchelli, Galaxy Padel, Ferrara Arte per la Mostra su Augusto Daolio, Trattoria da Noemi, La Nuvoletta, Osteria degli Ulivi, Giori, Oasi Bianca, Spiaggia Romea, La bottega del pane.