“Escobar – Paradise Lost”: la stupefacente complessità del personaggio di del Toro
Escobar–Paradise Lost è il film in onda sabato 17 giugno alle 21.20 su Rai 4. Girato tra Francia, Spagna e Belgio nel 2014, il film vede l’esordio di Andrea Di Stefano dietro la macchina da presa.
Nei panni di Escobar troviamo Benicio del Toro, affiancato da Josh Hutcherson, Brady Corbet, Claudia Traisac, Carlos Bardem e Ana Girardot.
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La pellicola racconta la vita del più celebre dei narcotrafficanti: Pablo Escobar. Prende un punto di vista originale e mostra la vicenda dagli occhi di Nick, un ragazzo canadese che si trova in Colombia per esaudire il suo desiderio: aprire insieme al fratello Dylan una scuola di surf.
Qui si innamora di Maria che, casualmente, si rivela essere nipote di Pablo Escobar, idolo del Paese nel momento della sua candidatura politica. Ben presto il ragazzo viene assorbito dagli Escobar per lavorare nell’Hacienda di famiglia.
Quando Nick si renderà conto di chi è davvero Pablo Escobar e dei suoi pericolosissimi affari criminosi, sarà ormai troppo tardi per tirarsi indietro.
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Benicio del Toro, che avevamo visto interpretare Che Guevara nel 2008, impersona un’altra icona latinoamericana, ma completamente opposta.
Con una magistrale interpretazione che si eleva ben sopra quelle dei suoi colleghi nel cast, in Escobar – Paradise Lost, l’attore riesce a restituirci tutte le sfumature dell’autoinganno. Quello portato sullo schermo da del Toro è l’uomo che parlava con Dio prima di ordinare i più atroci massacri, il narcotrafficante che cantava struggenti canzoni d’amore alla moglie e leggeva le fiabe ai figli, ma non si fidava nemmeno dei collaboratori più stretti.
Il film rende perfettamente la complessità di un personaggio che lascia lo spettatore in difficoltà nel capire se si trova di fronte ad un uomo che si autoinganna al punto da credere davvero che “tutto quello che facciamo lo facciamo per la nostra famiglia” o se si tratta di un uomo dall’anima “più nera del nero”.
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