Emanuela Orlandi, il Vaticano riapre il caso
Il Vaticano riapre il caso di Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa nel giugno del 1983 e sulla quale da oltre 30 anni vengono fatte le più disparate ipotesi.
Netflix il 20 settembre aveva pubblicato la serie ”Vatican Girl”, 4 puntate dedicate alla vicende dalla figlia del funzionario dello Stato Vaticano.
Scritto e diretto da Mark Lewis, il documentario ripercorre la vita e i quasi 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi. Sebbene le novità siano state ben poche il merito della produzione americana è stata quella di riaccendere i riflettori su uno dei maggiori misteri italiani. Infatti per settimane è stata tra le serie più viste in Italia e sui social è stato continuamente al centro di dibattiti.
Il Vaticano, dunque, decide finalmente di andare a scavare tra i propri segreti proprio qualche mese dopo l’uscita della serie. Nonostante il fratello di Emanuela, Pietro, non abbia mai smesso di chiedere giustizia e puntando il dito più volte contro la Chiesa.
La giovane era infatti una delle poche civili residenti tra le mura vaticane e tra i suoi ultimi avvistamenti ci fu quello in piazza Sant’Apollinare in cui svolse una lezione di flauto. Da cui con due amiche raggiunse la fermata del bus do Corso Rinascimento. Fu l’ultima volta che Maria Grazia Casini e Raffaella Monzi la videro. Così come la sua famiglia.
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Il caso fu dichiarato chiuso e archiviato nel 2015 su richieste dall’allora procuratore capo Giuseppe Pignatone, e ora presidente del Tribunale vaticano, e dai sostituti Ilaria Calò e Simona Maisto.
Ben 32 anni di piste, indizi, capovolgimenti di fronte. Oltre 30 anni in cui magistrati, famiglia, trasmissioni hanno raccolto testimonianze più o meno attendibili. Più o meno utili.
Tra le piste che sono state battute maggiormente ci fu quella che legava la scomparsa di Emanuela Orlandi a quella di Mirella Gregori, avvenuta nel maggio dello stesso anno. Tra i due casi il filo conduttore era il reclutamento all’interno dell’azienda cosmetica Avon. Entrambe le ragazze, stando alle testimonianze, erano state avvicinate da un soggetto intento proprio a coinvolgerle come rappresentanti della stessa ditta. Pietro aveva già segnalato queste insolite coincidenze in un documentario andato in onda su Sky nel 2017, “Scomparsi”. Qui il fratello della nostra vittima diventa conduttore e riapre i piu’ oscuri casi di persone scomparse che, a distanza di anni, rimangono ancora insoluti. Incontrando famigliari e testimoni, si ricostruisce la vita di persone che misteriosamente non hanno piu’ fatto ritorno a casa.
Ma soprattutto un’implicazione da parte dello stesso Vaticano è la strada più volte indicata dal fratello di Emanuela. Complice anche la chiamata anonima arrivata al programma ”Chi l’ha visto?” in cui si suggeriva di andare a vedere chi era sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare. Quel qualcuno era Enrico De Pedis, il ”renatino” della Banda della Magliana i cui rapporti economici con il Vaticano non sono mai stati approfonditi integralmente.
Insomma dopo 8 anni dall’archiviazione del caso, si torna a far luce su questo caso. E Netflix e gli autori della serie possono sicuramente ritenersi soddisfatti. Non solo per il successo. Ma anche per aver smosso le acque giudiziarie che per troppo tempo hanno ristagnato.