“Elena, la matta”: un viaggio intenso tra memoria e speranza, con una Paola Minaccioni indimenticabile
“Elena, la matta” è uno spettacolo che arriva dritto al cuore, un colpo allo stomaco che lascia però una sensazione di speranza. Andato in scena al Castello Orsini di Avezzano per la stagione di prosa indipendente del Teatro OFF, racconta la storia di Elena Di Porto, una donna ebrea romana che ha vissuto gli orrori della Seconda Guerra Mondiale. Scritto da Elisabetta Fiorito, lo spettacolo è un racconto di resilienza, coraggio e umanità. L’attrice, comica e conduttrice radiofonica Paola Minaccioni, con la sua interpretazione intensa e toccante, riesce a dar vita a un personaggio complesso e ricco di sfumature.
Nata nel 1912, Elena Di Porto, donna ebrea, fu etichettata come pazza dal regime fascista. In realtà, era una figura anticonformista e ribelle. Proveniente da una famiglia modesta, Elena si distingueva per il suo carattere indipendente e coraggioso. Dopo la separazione dal marito, si oppose apertamente al fascismo, dimostrando una natura audace e una profonda avversione per ogni forma di oppressione.
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Elena, con la sua natura appassionata e l’incapacità di tollerare le ingiustizie, è spesso preda di intense crisi di rabbia che la portano a essere ricoverata all’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà.
La sua esistenza è segnata da eventi drammatici: la resistenza alle brutalità del regime, la persecuzione razziale, i ricoveri psichiatrici, gli scontri con i fascisti, l’esilio in Basilicata e, infine, il rastrellamento del 16 ottobre 1943 durante l’occupazione nazista di Roma.
La Minaccioni, con un romanesco delicato, riesce a esprimere magistralmente tutte le sfumature del personaggio di Elena, alternando momenti di intensa drammaticità a sprazzi di ironia e leggerezza. La sua performance è un autentico tour de force attoriale, che ha catturato il pubblico del Castello Orsini, lasciandolo senza fiato.
La direzione di Giancarlo Nicoletti è minimalista e mirata a esaltare la potente interpretazione di Paola Minaccioni. Le musiche di Valerio Guaraldi, che si unisce alla Minaccioni sul palco insieme a Claudio Giusti, arricchiscono l’esperienza con un’atmosfera evocativa e avvolgente.
Lo spettacolo è un omaggio alla memoria di Elena Di Porto, ma anche di tutte le vittime della Shoah. È, tuttavia, un invito alla speranza, un messaggio di fiducia nel futuro. Elena è una donna che non si arrende mai, che continua a lottare per i propri ideali anche nei momenti più difficili.
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Foto Silvia Salvatore