Nuovo DPCM: teatri, cinema, concerti, autonomia limitata delle Regioni nella gestione covid
La seconda ondata di coronavirus è ormai entrata nel vivo. Da dieci settimane a questa parte, infatti, i numeri dei contagi sono in aumento, anche grazie ai numerosi controlli che strutture sanitarie pubbliche e private hanno predisposto. Il Governo, però, sta varando le prime contromisure per rallentare la crescita della curva epidemiologica.
Per il settore dello spettatolo e dell’intrattenimento al chiuso non cambiano le regole. Non ora, almeno. Teatri, cinema, sale concerti e tutti quei luoghi dedicati alla cultura andranno avanti come fatto fin’ora. Posti limitati e preassegnati, distanziamento tra il pubblico presente e igienizzazione degli ambienti, prima e dopo l’ingresso della gente. Queste le regole da seguire. Valevano prima, valgono oggi.
A 1000 è fissato il limite massimo di spettatori per eventi all’aperto e a 200 quello in posti al chiuso. I numeri valgono per la singola location. Resta fermo il divieto di assembramento prima e dopo l’ingresso in sala. La novità più importante riguarda le regioni. Queste potranno attuare misure anti contagio solamente se più restrittive rispetto a quelle varate dal DPCM. Il rigore, quindi, non potrà diminuire ma semmai aumentare. In caso contrario dovrà esserci tassativamente un accordo con il Ministero della Salute.