“Dostoevskij”: la prima serie dei fratelli D’Innocenzo con Filippo Timi
Dopo aver turbato e conquistato il pubblico italiano nel 2020 con “Favolacce“, i fratelli D’Innocenzo sono pronti a stupirci con la loro prima serie tv: Dostoevskij.
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Presentata in prima mondiale alla Berlinale 2024, la serie uscirà prima al cinema in due appuntamenti e poi su Sky e Now in sei puntate.
Il lettore non si lasci ingannare dal titolo: quello di Damiano e Fabio D’Innocenzo non è un biopic sullo scrittore russo, nemmeno una rivisitazione letteraria. “Dostoevskij” è il soprannome del killer al centro di questo giallo.
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Un killer seriale che uccide con una peculiarità: accanto al corpo lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità. Visione che sembra condivisa da Enzo Vitello (Filippo Timi), il poliziotto che sembra fare di questo caso un’ossessione.
Sembrerebbe quasi scontato affermare che il protagonista dei fratelli D’Innocenzo nasconde un passato travagliato: mentre cerca di catturare il criminale, Vitello si confronterà anche con i propri demoni. Più che concentrarsi sulla ricerca del killer “Dostoevskij”, la serie è incentrata soprattutto sul viaggio interiore di Enzo, sul rapporto complesso con la figlia Ambra (Carlotta Gamba, già vista in America Latina), sul male e il dolore che lo riempie.
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Un ruolo completamente diverso da quelli in cui siamo abituati a vedere Filippo Timi, che qui si destreggia nei panni di un uomo perso nella propria oscurità, cercando di trascinarsi fuori da un buio passato che riecheggia della desolazione dei luoghi e degli ambienti in cui si muove.
I personaggi sono infatti immersi in un non-luogo che attinge a diverse località del Lazio per creare un ambiente fuori dal tempo e dallo spazio, un limbo in cui le esistenze dei protagonisti di Dostoevskij restano sospese.