Diritti: “Con Lubo racconto l’incapacità di concepire la diversità”
L’80esima Mostra del Cinema di Venezia si avvicina alla conclusione con ‘Lubo’ di Giorgio Diritti. In concorso alla kermesse, il film è interpretato da Franz Rogowski nei panni del nomade Lubo, un artista di strada che nel 1939 viene chiamato nell’esercito elvetico a difendere i confini nazionali dal rischio di un’invasione tedesca.
Poco tempo dopo scopre che sua moglie è morta nel tentativo di impedire ai gendarmi di portare via i loro tre figli piccoli, che, in quanto Jenisch, sono stati strappati alla famiglia, secondo il programma di rieducazione nazionale per i bambini di strada (‘Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse’). Lubo sa che non avrà più pace fino a quando non avrà ritrovato i suoi figli e ottenuto giustizia per la sua storia e per quella di tutti i diversi come lui.
“Un po’ di anni fa un’amica mi ha parlato del romanzo di Mario Cavatore. Il romanzo mi ha colpito perché racconta di questa vicenda un po’ particolare avvenuta in Svizzera, in un paese che nell’immaginario comune e simbolo di democrazia e grande civiltà. Questa storia è lo specchio delle persecuzioni e dell’incapacità dell’uomo di concepire e capire la diversità, che a mio avviso è un grande valore”, ha spiegato Diritti.
I fatti che racconta il film “riguardano anche i giorni nostri”, ha detto il regista di ‘Volevo nascondermi’. “Siamo vicini ad una guerra e anche pochi mesi fa si raccontava di bambini ucraini rapiti dai russi. Uno dei limiti dell’umanità è che, malgrado errori e sforzi, questi ritornano. La necessità di raccontare questa storia era legata al voler dare un segnale che io definisco politico ma non istituzionale, ma di sensibilizzazione, affinché le persone stiano attente nei confronti di tutti quegli elementi che portano a fare cose contro la vita”, ha sottolineato Diritti.
Leggi anche: Dario Argento: il (fu) Maestro del brivido
Ad interpretare magistralmente Lubo è Franz Rogowski, che ha recitato anche in ‘Freaks Out’ di Gabriele Mainetti. “Non ho creato solo io quel personaggio, ma è una combinazione della nostra storia e della nostra identità in Europa. Io ho studiato il testo, dovevo suonare due strumenti che non conoscevo, tre lingue non mie, sapevo che questa storia è profonda e avevo un sacco da preparare in modo tecnico. Inoltre, ho fatto anche giocoleria con 5 palline, non sapevo quante ne volesse Giorgio. Alla fine solo una”, ha raccontato l’attore. “L’ho strapazzato e messo in condizioni complicate. Aveva necessità di parlare lingue diverse, ma magari gli facevo cambiare le battute. Si è preso uno zaino di fatica con grande professionalità”, ha aggiunto Diritti.
‘Lubo’ arriva nelle sale il 9 novembre con 01 Distribution.