Dieci anni senza Raimondo Vianello, il gentiluomo della televisione italiana
Esattamente dieci anni fa, all’età di 88 anni, ci lasciava Raimondo Vianello, tra i più i brillanti personaggi della televisione italiana. A lungo protagonista indiscusso dei palinsesti nazionali, ha intrattenuto, commosso e fatto ridere intere generazioni di spettatori. Amatissimo per il suo inconfondibile stile connaturato di delicatezza, garbo, simpatia e dolcezza, assieme a Sandra Mondaini, compagna per 52 bellissimi anni, ha composto una delle coppie più longeve del grande schermo.
Indimenticabile il tormentone “Che noi, che barba“, continuamente ripetuto in “Casa Vianello“, programma andato in onda per quasi venti anni, periodo che lo attesta come la trasmissione più duratura prodotta da Mediaset. Celebre la frase “Ho meritato quel che ho avuto perché non ho mai cercato niente“, a degna rappresentanza del grande spessore umano che ha sempre contraddistinto l’uomo prima ancora che il personaggio.
Autore televisivo, sceneggiatore, giornalista, conduttore, Raimondo Vianello è stato un punto di riferimento per chiunque sia venuto dopo di lui. Anche attore, si. Ha recitato in circa cinquanta film. Ha condotto la 48esima edizione del Festival di Sanremo, per otto anni, dal 1991 al 1999 ha condotto “Pressing“, programma di calcio di cui era appassionatissimo. Non ha mai nascosto la fede interista, scendendo anche in campo in occasione del Derby del Cuore tra Inter e Milan.
Cinque mesi dopo la sua morte è scomparsa Sandra. Si è lasciata andare, lo strazio e il dolore non hanno retto al lutto. In una tv sempre più isterica e per vocazione esterofila come quella attuale, la galanteria di Raimondo Vianello e la dolcezza di Sandra Mondaini mancano più che mai.