DiCaprio e Revenant: la prova più estrema per vincere l’Oscar più atteso
Rabbia e dolore, determinazione e coraggio, speranza e vendetta. Sono queste le emozioni che muovono Hugh Glass, il protagonista di “Revenant“, film del 2015 diretto dal regista messicano Alejandro González Iñárritu (già premio Oscar per Birdman), avente come interprete principale un superlativo Leonardo DiCaprio. L’attore veste i panni di Glass, cacciatore di pelli vissuto tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento che, durante una spedizione commerciale tra i ghiacci del Missouri, fu abbandonato dai compagni poiché creduto morto a seguito di uno scontro con una femmina di Grizzly intensa a proteggere i suoi cuccioli.
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La lotta per la sopravvivenza, per strappare al fato avverso e apparentemente segnato da uno scontro fisico impari, rappresenta l’antonomasia della battaglia per la vita che si frappone tra Glass e la sorte avversa. Il suo percorso sulla Terra sembra segnato, irrimediabile nelle circostanze e definitivamente gravato da ferite talmente profonde che avrebbero dovuto ucciderlo all’istante, fin dal primo affondo dell’animale. Ma “finché avrai ancora un respiro, combatti“. “Non è solo una survival story, né solamente un revenge movie: tratta della lotta interiore di un uomo che combatte per ritrovare la volontà di sopravvivere dopo aver perso tutto ciò che aveva“, spiegò DiCaprio durante un’intervista.
Liberamente ispirato al romanzo Revenant – La storia vera di Hugh Glass e della sua vendetta di Michael Punke, la pellicola è stata tra le più acclamate del 2015 vincendo, fra le altre cose, 3 premi Oscar (miglior regia, miglior attore protagonista e miglior fotografia) su 12 candidature, e 3 Golden Globe (miglior film drammatico, miglior regista, miglior attore in un film drammatico) su 4 candidature. Tom Hardy, Will Poulter e Domhnall Gleeson completano in cast di un film spesso drammatico, introspettivo, vissuto in prima persona sulla pelle del personaggio principale.
Spicca, su tutte, la vittoria di Leonardo DiCaprio agli Academy Awards, arrivata dopo 5 nomination (Buon compleanno Mr Grape nel 1994, The Aviator nel 2005, Blood Diamond nel 2007, The wolf of Wall Street nel 2013) negli anni precedenti e tra molti rimpianti e rammarichi per interpretazioni che, a detta dei più, avrebbero meritato maggiore attenzioni da parte di critica e colleghi. Determinante, per portare a casa l’ambita statuetta, è stato l’essersi sottoposto a scene particolarmente dure sia da un punto di vista fisico che mentale. Non a caso DiCaprio ha più volte usato il concetto di “percorso esistenziale” per descrivere l’approccio al set e al personaggio.
“Ho subito pensato fosse un capolavoro. Penso di non aver vissuto un’esperienza cinematografica di questo genere da quando vidi per la prima volta Apocalypse Now“, dichiarò Sean Penn dopo aver assistito alla proiezione del film.
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Per meglio rappresentare il corpo di un uomo devastato dall’attacco del grizzly si è dovuto sottoporre a quasi cinque ore di trucco per settimane e settimane. Le riprese di Revenant sono durate 9 mesi e, vista la volontà del regista Iñárritu e del direttore della fotografia Emmanuel Lubezki, di girare scene esclusivamente con la luce naturale, in più circostanze ha dovuto svegliarsi alle 3 di notte per prepararsi al set dove, inoltre, servivano circa due ore di viaggio su strade tutt’altro che bene asfaltate. In più circostanze il termometro ha fatto registrare temperature tra i -20 e i -35 gradi.
Diverse scene, in più e più casi, vennero girate in acqua. Ciò comportò che, proprio a casa delle temperature polari, DiCaprio rischiò l’ipotermia, scongiurata da vasche di acqua casa e asciugatrici presenti sul set e prontamente disponibili all’uso. Tutto ciò non fu sufficiente, però, per evitare che si ammalasse con la febbre alta. E non fu neanche sufficiente a evitargli di girare scene da influenzato che, probabilmente, proprio a causa della condizioni fisica precaria, risultano particolarmente suggestive e credibili. Glass, per sopravvivere alle gelate, indossava pellicce di alce o di orso. E l’attore statunitense ha fatto esattamente la stessa cosa, avvolgendosi intorno a capi che pesavano anche 50 chili.
“Durante le riprese, immersi nel freddo delle montagne, abbiamo dovuto adattarci a ogni tipo di circostanza e la nostra stessa lotta interiore, causata della frustrazione per i cambiamenti climatici, per le difficoltà legate al budget e per le altre complicazioni, è visibile sullo schermo. Non c’è finzione, in Revenant. Perciò girarlo ha rappresentato una sorta di percorso esistenziale sia per me che per Alejandro, ed è stato anche un viaggio spirituale per noi in molti sensi, perché rappresentava la perfetta fusione di violenza e bellezza, ed è proprio questo che volevamo: mettere in scena la brutalità e la bellezza della natura“, affermò alla stampa Leonardo DiCaprio.