Depp e Burton, Johnny e Tim: un vincente sodalizio che va oltre il set cinematografico
Johnny Depp sarebbe stato Johnny Depp senza Tim Burton? Come sarebbero stati i film di Tim Burton senza Johnny Depp? L’incontro tra il re del dark surreale e l’iconico antidivo ha innegabilmente segnato la carriera di entrambi, le loro vite personali e soprattutto la loro immagine agli occhi del pubblico.
I due uomini condividono lo stesso gusto per tutto quello che i più definirebbero strano. Visivamente, entrambi coltivano un aspetto e un look tanto obsoleto quanto eccentricamente affascinante. Professionalmente, sono uniti da un gusto comune per l’estetica dark e macabra, ma anche per il romanticismo decadente che riescono a rendere accessibile ad un pubblico di tutte le età attraverso storie intense e indimenticabili. Depp e Burton sembrano appartenere allo stesso mondo, un mondo inevitabilmente in chiaroscuro.
Il primo incontro
Nell’aprile 1989 i due si incontrano per la prima volta nel bar del Bel Age Hotel di Los Angeles. Al momento del loro incontro, Burton era nel momento clou dei lavori di preparazione per il suo film Edward Mani di Forbice.
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Per il ruolo del protagonista erano già stati menzionati diversi attori già affermati: Tom Hanks, Jim Carrey, Gary Oldman, ma anche William Hurt e Robert Downey Jr. Eppure il candidato fortemente voluto dalla produzione era Tom Cruise, la star del momento dai tempi di Top Gun. Ma l’audizione che non convince il maestro del gotico: Burton gli rifiuta la parte e qualche tempo dopo incontra il giovane Johnny.
Attore cult di serie tv, rivelato in 21 Jump Street, Johnny Depp non si era ancora mostrato al cinema per il grande interprete che già era, restando incastrato nel ruolo del teen idol cucitogli addosso. Sarà per questo che ha rischiato di mandare all’aria la sua prima grande occasione con Tim Burton, lasciandosi sopraffare dall’ansia e dalla sorpresa.
Agitato e nervoso davanti al maestro del dark, il giovane Johnny aveva difficoltà a formulare i suoi pensieri e agitava le mani in tutte le direzioni. Un disastro. Eppure è proprio questa goffaggine che ha colpito Tim Burton. Aveva trovato il suo Edward e si rifiutò di incontrare altri attori, non lasciando alcuna possibilità nemmeno a Michael Jackson che avrebbe voluto lanciarsi nel cinema affascinato dalla figura del protagonista.
“Ho letto il copione in una volta e ho pianto come un bambino. Sconvolto dal fatto che qualcuno fosse abbastanza brillante da concepire, e poi scrivere, questa storia, mi sono subito immerso in essa. Mi sono commosso così tanto che il mio cervello si è riempito di immagini – quelle dei cani della mia infanzia, momenti in cui crescendo mi sentivo rifiutato e fuori luogo, convinto di essere il più piccolo ragazzo della Tv.” – racconterà Johnny Depp, molti anni dopo, nel libro che Mark Salisbury dedicò a Tim Burton.
Nel 2006 invece , durante un’intervista per Games Radar, il regista dichiarerà: “Questo è uno dei motivi per cui mi è piaciuto quando l’ho incontrato per fare Edward Mani di Forbice. Tutti lo vedevano come un divo dal bel fisico, ma lui vedeva le cose diversamente. È per questo che voleva fare Edward: capiva il fatto di essere percepito in un certo modo e di essere una persona completamente diversa.“
Un lungo e felice sodalizio
Edward Mani di Forbice segnò una vera svolta nella carriera dei due: l’approdo di Johnny Depp nel mondo “dei grandi” e un’accoglienza della critica molto positiva per Tim Burton. Il resto è storia.
Inizia così uno dei più grandi sodalizi artistici del cinema contemporaneo, secondo solo a Scorzese – De Niro con dieci film e in ex aequo con Linklater – Hawke, con otto film.
Un’amicizia e una collaborazione artistica basata su un rapporto di fiducia e fedeltà reciproche. Un rapporto di simbiosi: Johnny Depp e Tim Burton sembrano riconoscersi l’uno nell’altro, nel gotico e nel bizzarro.
“È bello conoscere qualcuno con cui si può avere una conversazione astratta, lasciare la stanza e dire a se stessi che va tutto bene… prima di rendersi conto che non hai idea di cosa entrambi hanno appena detto!” – testimonia Tim Burton in un’intervista rilasciata a Mtv nel 2009.
Tim Burton trova in Johnny Depp il messaggero perfetto per portare sullo schermo le storie che vuole raccontare e rappresentare il suo universo e la sua immaginazione con precisione e poesia. Riconosce in lui la stessa nube gotica che avvolge ogni sua creatura, quella sensazione di disagio e di non essere mai all’altezza che plasma il carattere dei suoi protagonisti.
Per quanto riguarda Johnny Depp, Tim Burton gli permette di abbandonare serie televisive e piccoli ruoli cinematografici per dedicarsi a grandi ruoli e mostrare una gamma completamente diversa delle sue abilità attoriali. Non solo: Burton sembra essere l’unico in grado di dargli la libertà artistica di cui ha bisogno. Nei personaggi che il regista crea ad hoc per lui, Johnny può sfruttare e rivelare il suo lato sensibile, emotivo, fine, delicato, ma anche drammatico e oscuro.
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I film insieme
- Edward Mani di Forbice (1990) – Johnny conquista pubblico e critica (e l’amore di Winona Ryder, co-protagonista) nei panni di una creatura incompleta, incapace di toccare gli altri senza ferirli. La figuara di Edward è basato su un disegno che il regista fece quando era ancora al liceo.
- Ed Wood (1994) – Depp interpreta il ruolo di Edward D. Wood Jr., un regista cinematografico realmente esistito e passato alla storia come “il peggior regista di tutti i tempi”. Durante le riprese Johnny stava affrontando la separazione da -forse – il più grande amore della sua vita, Winona Ryder: fondamentale il supporto di Burton che ha raccontato come capitava spesso che l’attore arrivasse piangendo sul set.
- Il Mistero di Sleepy Hollow (1999) – Si tratta della leggenda del cavaliere senza testa in cui i due tornano ad un registro oscuro, gotico, esoterico e misterioso.
- La sposa cadavere (2005) – Nel film d’animazione in stop-motion Depp presta la sua voce al malinconico e lugubre e sinistro di Victor Van Dort.
- La Fabbrica di Cioccolato (2005) – Un nuovo adattamento del romanzo di Roald Dahl, in cui nel ruolo di Willy Wonka torna a vestire i panni di un personaggio solitario e introverso, chiuso nel suo mondo, un po’ come lo era il primo Edward.
- Sweeney Todd (2007) – Johnny è il diabolico barbiere di Fleet Street per cui Burton dirà “Johnny è in grado di esprimere dolore, tristezza, rabbia o malinconia meglio di chiunque altro senza dire una parola”
- Alice in Wonderland (2010) – Nel live-action del romanzo di Lewis Carroll Depp rende il Cappellaio Matto un personaggio dall’incredibile fascino malinconico. Seguirà il sequel Alice Oltre lo specchio nel 2016. Johnny accetta senza neanche conoscere il ruolo a lui dedicatp: racconta “Francamente, quando mi ha chiamato, non sapevo quale personaggio volesse che recitassi. Avrei potuto interpretare anche Alice, anche a me sarebbe piaciuto. Ero pronto a fare tutto quello che voleva, interpretare il personaggio che voleva.“
- Dark Shadows (2012) – Nell’adattamento di una serie televisiva americana, interpreta il ruolo di Barnabas Collins, un vampiro del diciottesimo secolo che si sveglia quasi 200 anni dopo, nel bel mezzo degli anni ’70.
Un legame oltre il set
Se Burton e Depp sono una delle coppie più affermate negli ultimi trent’anni di cinema, Tim e Johnny sono due grandi amici dagli anni Novanta.
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Un’amicizia di lunga data, fatta di completa fiducia e continuo supporto nelle diverse difficoltà che i due hanno affrontato. Basti pensare al sostegno di Burton durante la separazione di cui sopra, o al fatto che Johnny Depp sia il padrino di Billy Ray e Nell Burton, figli del regista e di Helena Bonham Carter.
Una chimica che rende il lavoro più facile e piacevole: si vocifera che i due abbiano sviluppato un proprio linguaggio in codice sul set, fatto di gesti e brevi frasi, per non farsi capire da nessuno.
Anche ora che l’industria dei film ha voltato le spalle all’attore americano, Burton è sempre al suo fianco. Nel 2021, durante la Festa del Cinema a Roma, il cineasta ha voluto ribadire l’affetto e il loro legame: «Sono felice di aver lavorato con persone come Johnny e con tutti quelli pronti a provare qualcosa di diverso, mi piace stare con persone che mi ispirano. Ci lavorerei ancora, è un mio amico e gli voglio bene».