“Delta”: al cinema con Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio
“Passiamo la vita a combattere contro noi stessi per cercare di essere migliori. Ma siamo quello che siamo.”
Dopo la presentazione sulla Piazza Grande di Locarno nell’agosto 2022, Delta è arrivato nelle sale italiane dal 23 marzo. Il secondo film di Michele Vannucci (Il più grande sogno), distribuito da Adler Entertainment, porta sullo schermo lo scontro tra due mondi incarnati da Luigi Lo Cascio e Alessandro Borghi, “uomini persi nella nebbia, in lotta per non soccombere ai propri istinti“.
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Vannucci ha definito il suo film un western fluviale. Come il genere comanda, si tratta della lotta sanguinolenta fra due schieramenti. Da un lato abbiamo Osso (Luigi Lo Cascio), con sempre al fianco la sorella più piccola (Anna interpretata da Emilia Scarpati), entrambi impegnati a gestire un’associazione ambientalista per preservare il territorio e difenderlo dagli scarichi inquinanti delle aziende.
Dall’altro Elia (Alessandro Borghi) e la sua famiglia acquisita, i Dorian: Elia è di origini italiane ma ha trovato un posto a cui appartenere in Romania, in una famiglia che per pescare sul delta del Po, al posto delle reti utilizza generatori elettrici (per uccidere i pesci in acqua e farli venire a galla). Per nascondere la loro illegalità pescano per lo più di notte, senza essere visti.
Una guerra senza vincitori
Osso è un uomo pieno di principi e valori, fa ciò che è giusto e segue le regole. La sua dedizione all’ambientalismo è assoluta e – nel profondo – è un uomo buono, non crede nella vendetta personale. Per questo, quando i membri dell’associazione e la sorella dichiarano guerra ai bracconieri, tenta di ostacolarli e di affidarsi alla giustizia.
Ma un tradimento inaspettato e lo Stato assente fanno degenerare le cose: Delta passa dall’essere un racconto popolare ad “un film d’azione dalle forti implicazioni sociali” – come lo definisce lo stesso Vannucci – per poi concludersi in una spietata caccia all’uomo. Travolti dalla violenza cieca e dalla sete di vendetta, Osso ed Elia (e con loro rispettivamente pescatori e bracconieri) si affronteranno tra le nebbie del Delta scoprendo la propria vera natura in un duello che non prevede eroi: le strade dell’illegalità si macchiano di omicidi in una irrefrenabile discesa verso la tragedia.
Come in molte guerre troppo lunghe o troppo disperate, la razionalità si dirada mentre sale la nebbia, gli appostamenti si fanno notturni e lo scontro diventa una fuga da Cuore di tenebra – sempre secondo il regista – in cui la natura assiste alla follia umana che cede ai suoi istinti più primordiali.
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Nonostante solo uno resterà in piedi, in Delta non ci sono buoni e cattivi: ci sono solo le tante sfumature della vita, le strade sbagliate e quelle giuste, gli errori da cui non si può tornare indietro. Vannucci illustra una società – la nostra – che spesso mette nel mirino i nemici sbagliati, sempre meno in grado di capire che in una guerra tra poveri non importa capire da che parte stare per sopravvivere. Ci invita a non giudicare, anzi persino a comprendere, in un doloroso confronto nel quale tutto cambia quando solitudine, disperazione e vendetta prendono il sopravvento. Quando i protagonisti diventano istintivi e selvaggi come il luogo in cui sono immersi.
Un tetro teatro di scontri
Come suggerito dal titolo, lo scontro avviene dove il Po si allarga verso il mare, reso selvaggio e fangoso dalla fotografia di Matteo Vieille. Spesso si ripete una scena: una barca malridotta che carica e scarica fra una riva e l’altra, prima di avviarsi silenziosa lungo un fiume che all’orizzonte ha il colore del cielo, grigio. Il colore della nebbia è predominante nell’ eterno riproporsi di gesti apparentemente uguali ma sempre più stanchi da personaggi che portano il peso di giornate infinite.
Vannucci costruisce un’atmosfera malsana ma affascinante, alternando visioni dall’alto di promettente bellezza, prontamente smentite dalle quotidiane battaglie fra una riva e l’altra.
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Il trailer
Il trailer di Delta – che proponiamo di seguito – sembra un grande caos. Fiction e documentazione, proiettili e batticuori, piani sequenza intensivi e panoramiche realizzate grazie ai droni. Così come tanti sono i temi affrontati: tradimento e fratellanza, narratività del reale, denuncia sociale, radiografia ambientalista del paesaggio e antropologia di una comunità ancora ostile e xenofoba.