David di Michelangelo: un’altra assurda censura dalla Scozia
Mamma mia, here we go again. Ci risiamo: il mondo sembra essersi accorto della nudità del David di Michelangelo solo ora, in questo modernissimo e più che moralista 2023.
Se nel 2016 gli italiani si autocensurarono coprendo le statue di nudo nei Musei Capitolini per non “offendere la sensibilità del presidente iraniano” Rohani e, già qualche anno prima, a Palazzo Vecchio in occasione della visita dello sceicco principe ereditario degli Emirati Arabi, questa volta è il resto del mondo a censurare uno dei simboli della cultura italiana.
Leggi anche: Mostra il David agli alunni, preside allontanata per “pornografia”
Qualche mese dopo la vicenda della preside statunitense licenziata per pornografia dopo aver mostrato la statua agli alunni, il capolavoro di Michelangelo subisce un altro attacco. Questa volta in Scozia.
Nella metropolitana di Glasgow la pubblicità di un ristorante italiano che mostrava la statua del David di Michelangelo, dal ginocchio in su è stata censurata. La “pietra dello scandalo” questa volta è il cartellone pubblicitario del locale Barolo della città scozzese mostrando il David con una fetta di pizza in mano e la scritta It doesn’t get more italian («Non potrebbe essere più italiano di così»).
L’agenzia Global, responsabile per gli spazi pubblicitari della metropolitana, ha giudicato inappropriata la nudità del David e ha chiesto al gruppo Drg, incaricato dal ristorante della campagna di marketing, di trovare una soluzione alternativa al mostrare le parti intime della statua.
Leggi anche: Caso David: la preside Carrasquilla licenziata per pornografia in visita a Firenze
L’ipotesi iniziale era quella di coprire i genitali del David con adesivi che riproducevano la bandiera italiana. Un’ipotesi imbarazzante al punto da non riuscire a trovare altre parole per descrivere l’immagine. Eppure questa proposta non è stata scartata per motivi di buon gusto: il problema erano le dimensioni degli adesivi, che «non erano abbastanza grandi».
Alla fine, il ristorante ha dovuto arrendersi e mostrare la statua soltanto dalla vita in su. «Non siamo più nel 1500, siamo nel 2023. Davvero pensiamo che i cittadini di Glasgow rimarrebbero scandalizzati da una statua di nudo?», si è chiesto Mario Gizzi, direttore di Drg.
Magari il contrario, caro signor Gizzi: nell’epoca in cui si riscopriva la meravigliosa bellezza delle opere classiche e si cercava la perfetta rappresentazione del corpo umano nell’arte scultorea, l’Italia pullulava di botteghe artistiche. E la possibilità di urtare la sensibilità degli osservatori era proprio l’ultimo dei problemi.
Leggi anche: “Dentro”: il nuovo album completo di Gazzelle arriva dopo sei anni