Sanremo 2024, Dargen e il messaggio per Gaza
Taglio del nastro per la 74esima edizione del Festival di Sanremo. Trenta i concorrenti che si sono esibiti nelle oltre 5 ore della prima puntata di ieri sera. Tra questi Dargen D’Amico che ha presentato il suo brano “Onda Alta”.
Il testo del cantautore è un chiaro riferimento alle vittime di un sistema in cui si è portati a spingersi in mare affrontando le onde alte per, citando la canzone in questione, “riempire un frigo/Per sentirti vivo”. In particolare i bambini che troppo presto perdono il disincanto della loro età, così come perdono troppo spesso i loro genitori. Loro vittime tra le vittime della guerra costretti in molti casi a migrare per sfuggire alle bombe.
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“C’è chi mi chiama: “Figlio di puttana”/Che c’è di male? L’importante è aver la mamma”. Quelle mamme e quei papà che stanno cadendo sotto le bombe a Gaza. Quella striscia di terra che i palestinesi rivendicano e in cui sono intrappolati e bombardati. Dall’altra parte Israele che dice di non voler cedere ai ricatti di Hamas.
Una lettura, questa, molto semplicistica e semplificatrice di un qualcosa di molto più intrigato, profondo. Ognuno ha la sua coscienza per sapere da quale parte stare. Ma c’è una parte, quella di fermare le bombe, che probabilmente non conosce bandiera. Ed è la via che ha deciso di prendere Dargen D’Amico ieri sera al termine della sua esibizione canora.
Un chiaro messaggio di pace in cui invoca anche Dio. “Grazie per questa possibilità di cantare questo brano che dedico alla mia cuginetta Marta che adesso è a studiare a Malta e ha avuto questa grande fortuna. Non tutti i bambini hanno questa fortuna: nel mar Mediterraneo in questo momento ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua e cibo e il nostro silenzio è co-responsabilità. La storia, Dio, non accettano la scena muta: cessate il fuoco”.
Amadeus in conferenza stampa ha sottolineato come non fosse al corrente di questo messaggio extra che Dargen avrebbe lanciato ma che è comunque d’accordo con quanto fatto: “Non lo sapevo ma ho condiviso totalmente, ha detto una cosa bellissima. È partito dai bambini che per me sono sacri. Ha fatto benissimo a ricordare quanto sta accadendo in Medio Oriente”.
Sanremo d’altronde è sì arte, musica, intrattenimento, ma è comunque un programma seguito da milioni italiani e quindi politica. Non nell’accezione negativa odierna, ma quella che si rifà al significato originario, quello di Aristotele. Da “polis”, qualcosa che ha interesse per la città, comunità, qualcosa per l’interesse comune. Come la guerra a Gaza. Molto più di qualche ridondante e anacronistico come il siparietto creato ad arte da Enrico Lucci che ha obbligato Mengoni e Amadeus ad esibirsi in un abbastanza inutile, per il contesto, “Bella Ciao”. Ma ognuno è artefice del proprio destino.
E D’Amico il suo destino l’ha preso per mano e ha deciso di schierarsi apertamente per il fronte comune. Quello dello “Stop bombing Gaza”.