Da X-Factor allo Sziget Festival, Mille sarà la prossima Patty Pravo? Di talento ne ha da vendere…
Mille, nome d’arte di Elisa Pucci, cantautrice nata nella provincia romana ma milanese di adozione. La musica, lei, ce l’ha nel sangue, fin da quando formò la sua prima band: Moseek. Preziosa la partecipazione all’edizione numero 9 di X Factor dove ha affascinato anche una cultrice delle sette note come Skin. Nonostante la giovane età, Mille può vantare un’esperienza live importante, fra tour, piccoli palchi e, addirittura, lo Sziget Festival di Budapest.
Perché hai scelto di essere “Mille”?
Ho scelto di essere me stessa il più possibile, amando e soprattutto riconoscendomi in quello che faccio, al quale ho dato un nome che un po’ mi è sempre appartenuto, quando mio padre mi richiamava all’ordine dicendo eccola qua la “garibaldina” di casa.
Il tuo fascino vintage è singolare, quali sono i personaggi del passato che più ti hanno influenzato?
Raffella Carrà, Patty Pravo, Frida Khalo, tre donne che amo da sempre.
Come ci si sta nell’ambiente musicale oggi?
Con la mascherina e distanziati almeno un metro, ambiente rigorosamente sanificato.
A distanza di anni, falsificheresti ancora la firma di tuo padre?
Lo rifarei altre cento volte, pur sapendo quanto si è arrabbiato. Proteggerò sempre i miei desideri e le mie scelte.
“Animali” è il tuo ultimo singolo, ti va di raccontarci come nasce?
E’ una delle prime canzoni che ho scritto in italiano, quella che ha messo d’accordo la me che aveva paura di sperimentarsi e la me che voleva fottersene delle paure, anche per questo tra tutte le canzoni che ho scritto, l’ho scelta come singolo d’esordio. Mi sono data una possibilità di essere felice, facendomi domande e cercando di essere sincera con me stessa, un po’ come accade all’amore di cui parlo nella canzone.
Il tuo brano che consideri “più figlio” di tutti?
Ogni volta che ne scrivo uno nuovo.
Con quale spirito stai vivendo questo periodo in cui la musica è costretta a stare al palo? Quale credi debba essere il suo ruolo in questi giorni e una volta che saremo tornati alla normalità?
Sto vivendo questo periodo con la calma necessaria per non farmi mangiare dai pensieri negativi, c’è una consapevolezza di fondo che mi lega alla realtà, difficile, disastrosa per tanti versi data l’impossibilità di fare concerti e la gestione delle situazione dei lavoratori dello spettacolo. Credo anche che per ogni crisi ci sia uno slancio, come la musica ci insegna, che è fatta di tensione e rilascio. Stiamo dando largo spazio alle idee, all’inventiva e soprattutto all’entusiasmo.
Con riguardo alla scena musicale che vivi o hai vissuto, preferisci Roma o Milano?
Vivo poco le scene, i contesti, le tendenze, i locali dove si delineano le scene, i contesti, le tendenze. Esco poco e soprattutto esco di giorno, mi piace vivere le città senza lampioni accesi. Amo la collettività, la condivisione, fare squadra e Milano, dove vivo da un anno, è un ponte che mi avvicina alle persone con le quali lavoro su base quotidiana, e mi permette di avvicinarmi a loro anche umanamente.