Da “Silence” a “Shake your grandmother”: l’inside perspective di Rockin’1000
L’inside perspective di Rockin’1000 è un’esperienza a parte difficilmente riproducibile in parole, tanto che sui social c’è chi, come il chitarrista – “senatore” Vincenzo De Sanctis si limita a pubblicare foto e video, scrivendo “… e che te lo dico a fare”. Tuttavia, il doppio live a Madrid e Roma ha lasciato impresso nell’immaginario collettivo alcune frasi chiave che vale la pena di annotare sul taccuino.
“SILENCE EVERYBODY”. Alessio Martino, stage manager di riferimento per Rockin’1000 – così come dei Negrita e del Jova Beach Party – avrà ripetuto questa frase almeno 426 volte, se solo si contano prove e concerti dello stadio Civitas Metropolitano, di cui ben 72 soltanto durante la registrazione delle voci della parte operistica di Bohemian Rhapsody, con tempi scanditi dal rischio pioggia e dai rumori dei mezzi di soccorso che giravano nel quartiere di San Blas-Canillejas. Talvolta il “silence” si faceva “silenzio” oppure “silencio”, pronunciato con voce da BV2 e un’enfasi che Federico García Lorca ha riservato per La monja gitana o per Beralda Alba.
“COUNTING IS BEAUTIFUL”. Per raccontare tutto quello che succede durante le prove dei cantanti servirebbe un articolo a parte. Ogni volta, Augusta Trebeschi – la vocal coach (a Rockin’1000 gli strumentisti di riferimento si chiamano “guru” in realtà) – in poche ore riesce nel miracolo di trasformare un gruppo di 200 persone e svariate lingue madri in un’orchestra rock. E dovreste sentire che armonizzazioni. Certo, arrangiamenti, tempi e incastri sono da metabolizzare. Del resto, il materiale umano a disposizione della band è ogni volta inedito, un gruppo di “cabrones y princesas – mufloni e principesse”, nel gergo augusteo, da cui tirar fuori il meglio a tutti i costi tra improbabili esercizi di riscaldamento, allusioni vagamente osé (“I am a bad person” è tra i suoi mantra) e scarpe da lanciare a chi, invece di seguire le linee vocali, si improvvisa videomaker.
Nell’ingranaggio di Rockin’1000 ci si sente un po’ tutti come quel colibrì che durante l’incendio non rinuncia a portare la sua goccia per fare la propria parte. Con l’aggravante che una voce fuori tempo o fuori tono talvolta si nota. Per questo “counting is beautiful“, anche per non perdere la concentrazione. Durante il concerto, peraltro, i cantanti vivono un’esperienza a parte grazie alle sue indicazioni nell’In Ear. Per avere un’idea basta selezionare il canale delle voci sul bodypack. Provare per credere.
UN SOLO CUORE. “Duecento voci, un solo cuore”. Il gruppo cantanti viene accolto così… “Porque la voz es el instrumento más cercano al corazón“
LE MASCHERE DEI KISS. Uno dei momenti più significativi del concerto di Madrid è arrivato durante Rock and Roll All Nite, con tutti i mille in maschera, in omaggio ai Kiss. Un passaggio che non si è ripetuto allo Stadio dei Marmi. Dalla regia, a metà serata, l’indicazione in cuffia era quella di indossare la maschera bianconera, comunque in dotazione. Subito dopo, però, il dietrofront. E così, la canzone dei Kiss, insieme alle relative maschere bianconere, ha fatto la stessa fine del medley dei Kinks, fatto fuori dalla scaletta poco prima dell’inizio. A Madrid era toccato a Sunday Bloody Sunday.
#CICLETTA. “Cicletta”, l’hashtag dell’estate. Non chiedere perché.
L’APP METEO. Una volta un giornalista, nell’intervistare Fabio Zaffagnini, anima della band, lo descrisse così: “Aspetto da hippy e calma da monaco zen”. Mai descrizione è stata al contempo tanto stringata e nel contempo efficace. Un esempio su tutti. A poche ore dal concerto di Madrid, il rischio pioggia era indicato su tutte le app meteo. E i nuvoloni in arrivo non promettevano nulla di buono, lasciando agli organizzatori la necessità di definire tre scenari: si suona lo stesso perché ci sentiamo fortunati, si parte in ritardo con scaletta ridotta, si parte subito e ci si ferma alle prime gocce. Una situazione che metterebbe ansia a chiunque. E invece, proprio in quel frangente, Fabio si concede un momento di relax nell’ala dei cantanti, conversando amabilmente con Karen Ricoy, la rockstar wanted, sugli snack messicani, così come sulle stranezze linguistiche cinesi e giapponesi e del salame ungherese che produce l’azienda di Péter Dr. Kovacs. “Cosa pensi succeda stasera con il meteo?”, qualcuno gli chiede. “Ah boh”, risponde, “ormai la app non la guardo neanche più”. Del resto, altra regola d’oro di Rockin’1000 (oltre a quella di non suonare quando non richiesto) è: mai parlare di meteo.
ETÀ PERCEPITA. Max, sui social, scrive questo: Ogni volta che mi ritrovo in un evento del Rockin’1000 : Giorno -3: (viaggio), mente 30 anni, corpo 15. Giorno -2 (primo di prove): mente e corpo 20 anni. Giorno -1 (secondo di prove): da mattina a pomeriggio prima della generale: mente 18 anni (più confidenza con testi e persone), corpo 35; dopo la prova generale: mente 25 anni, corpo 22. Giorno 0. Mattina: mente 61 (dato non certo, dipende dal post prove), corpo 86. La sera si può solo peggiorare.
“SHAKE YOUR GRANDMOTHER”. Alcuni passaggi della scaletta segnano un momento di tensione, da sciogliere nelle battute successive. Così è in Bohemian dopo la parte di Galileo e Figaro. Così, nel potente arrangiamento di Knights of Cydonia dei Muse. Dalle cuffie, dopo il bridge, si sente un’indicazione vocale di quelle che non ti aspetti “Shake your grandmother“… della serie, al mio segnale scatenate l’inferno.
ENDING. I Rockin’1000 passati sono la nostra esperienza e consapevolezza… ma il nostro futuro sono i prossimi.