Da Narciso a Venere, Carmen Consoli sul palco di Fermo
Le luci di Villa Vitali si fanno soffuse ma i fari accompagnano sul palco Carmen Consoli. Vestito bianco, quasi da sposa, su stivali improbabili – se non altro per il caldo – apre con il set con una delle canzoni da biglietto da visita: “Parole di burro”, introdotta da quel “narciso” che si ripete a ogni inizio strofa che inquadra con ironica consapevolezza chi ama plasmare, convincere, affascinare e ammaliare le persone che lo circondano
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
Raccontami le nuove esaltanti vittorie.
Uno sfacciato “conquistami” rivolto a un uomo, ormai scoperto nella sua leggerezza. Il narciso che sa come sedurre chi ha davanti, ma lo guardo di chi “esalta” le sue qualità sa essere disincantato.
Stordiscimi, disarmami e infine colpisci
Abbracciami ed ubriacami
Di ironia e sensualità
Dalle casse di amplificazione la voce è inconfondibile. Qualche semi-impercettibile insicurezza nei passaggi intermedi rende la performance più autentica. Ma il cantato dei suoi brani è pressoché impeccabile, non perde mai intensità e passione interpretativa. Quello che colpisce, poi, è il tocco della chitarra, i cui bassi escono fuori alla perfezione dall’impianto a dare un impronta ritmica che di lì a poco verrà rafforzata dalle chitarre di Massimo Roccaforte e il violino di Adriano Murania.
Fin dalle prime note, dimostra una sicurezza straordinaria con uno stile tecnicamente impressionante. Nei momenti più alti e intensi, mantiene l’effetto viscerale e l’energia dei suoi inizi, ma colpisce anche per l’eleganza e la maturità acquisite negli anni.
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I successi si susseguono tra “Fiori d’arancio”, “Bonsai #2” e “Volevo fare la rockstar”. Con uno straordinario equilibrio tra energia e dolcezza, Carmen esegue “Per niente stanca” e “Geisha”, dimostrando ancora una volta la sua versatilità e la sua profondità artistica.
Tra luci soffuse e un’atmosfera intima, la magia continua a crescere con brani come “Fino all’ultimo” e “Donna che parla in fretta”. Le parole delle canzoni sanno coinvolgere. Non mancano i momenti più riflessivi e intensi, come “Al di là di questi anni”, “Mio zio” e “L’ultimo bacio”. La potenza emotiva delle canzoni lascia senza fiato.
Come in “Mandaci una cartolina”, dedicata al padre Giuseppe, venuto a mancare pochi mesi prima della scrittura del brano. “Non avevo intenzione di scrivere una canzone su mio padre – si è trovata a dire – perché né a me né alla mia famiglia piace questo autocompiacimento del dolore. È vero quando dico che la musica è stata la mia medicina, ancora di più ora. Ha trasformato il veleno in medicina. La musica mi ha salvata. Ha compiuto il miracolo di trasformare il dolore in gioia. È un regalo che ho ricevuto da mio padre che mi ha insegnato la musica. Mio padre sosteneva che le cose dovessero durare. Aveva questo concetto della vita e della morte ‘che sarà una grande sorpresa’. Lui scherzava molto, ci diceva ‘quando muoio vi mando una cartolina’. Mio padre aveva quest’idea: quando la vita finisce sei come cullato in questo tramonto. Infatti il pezzo va dal tramonto all’alba”.
Il concerto continua a stupire con “Amore di plastica”, “Un momento di felicità”, “I miei complimenti” e “Sentivo l’odore”, canzoni che confermano ancora una volta la grandezza di Carmen come cantautrice.
C’è anche modo di omaggiare Rosa Balestrieri e Franco Battiato – con “Stranizza D’Amuri”.
Tra i momenti finale della serata, spiccano esibizioni coinvolgenti di “Contessa Miseria”, “Confusa e felice” e “Venere”.
La tournée, prodotta e organizzate da Otr Live, segna un nuovo viaggio artistico per Carmen che ama sfidare le note da formidabile autrice, interprete e musicista.
Carmen Consoli è stata la prima artista italiana a calcare il palco dello Stadio Olimpico di Roma, l’unica italiana a partecipare in Etiopia alle celebrazioni dell’anniversario della scomparsa di Bob Marley, si è esibita come headliner a Central Park, ha segnato 3 sold out di fila a New York, ha fondato una sua etichetta – la Narciso Record – si è ispirata a Verga e alla mitologia, ha portato nelle sue canzoni anche l’arabo e il francese, è stata la prima donna nella lunga storia del Club Tenco a vincere la Targa Tenco come Miglior Album dell’anno con Elettra e la prima donna investita del ruolo di Maestro Concertatore per il “Concertone della Notte della Taranta”, è stata nominata Goodwill Ambassador dell’Unicef e Ambasciatrice del “Telefono Rosa”, ha vinto il premio Amnesty Italia per “Mio zio”: la carriera di Carmen Consoli è costellata di primati.