Dai R.e.m. all’arte concettuale: Michael Stipe sceglie Milano per la sua prima mostra
Lo storico frontman dei R.e.m., Michael Stipe, si presenta al pubblico italiano in una veste insolita, quella di artista concettuale. La Fondazione Ica Milano accoglie con entusiasmo la prima grande mostra personale del cantante americano, dal significativo titolo I have lost and I have been lost but for now I’m flying high.
Michael Stipe artista poliedrico
“Ho perso e mi sono perso ma per ora sto volando alto”. Così recita il lungo titolo inglese della mostra personale di Michael Stipe, ex leader dei R.e.m; una frase che trasuda vita, speranza ottimismo e che soprattutto conferma la poliedricità dell’artista.
Il cantautore statunitense infatti non ha soltanto scritto e cantato canzoni per i R.e.m., band da oltre cento milioni di dischi, scioltasi nel 2011 dopo 31 anni di attività, ma ha anche sperimentato altri settori artistici. Ha vestito i panni del produttore cinematografico per alcuni cortometraggi quali Essere John Malkovich (1999) di Spike Jonze; si è reiventato scenografo creando lui stesso le scenografie dei concerti della band e ideando la grafica delle copertine dei dischi; ha pubblicato quattro album fotografici, di cui l’ultimo, Even the birds gave pause, è parte integrante della sua esposizione, visitabile alla Fondazione Ica Milano fino al 16 marzo 2024.
Centoventi opere, che spaziano tra fotografia, ceramica, scultura e contenuti audio, rientrano in un progetto organizzato nei minimi dettagli dal cantautore e da Alberto Salvadori, direttore di Ica Milano. L’idea aveva già preso forma quattro anni fa durante un’amichevole chiacchierata proprio in un caffè milanese, ma aveva subito una battuta d’arresto a causa della pandemia da Covid-19.
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Il potere della vulnerabilità
Focus della mostra è il concetto di vulnerabilità, caratteristica peculiare della società odierna subissata dal caos della quotidianità. Stipe tuttavia non la considera una forma di debolezza, bensì uno strumento di forza che motiva l’essere umano a cercare percorsi alternativi per raggiungere i suoi obiettivi. È l’artista stesso a chiarire questa personale visione in un dialogo confidenziale con il curatore della mostra Alberto Salvadori, pubblicato anche nel booklet dell’esposizione.
«La vulnerabilità diventa un superpotere… una mappa che descrive le difficoltà del nostro presente mettendo in luce nuove opportunità e una rinnovata comprensione della nostra importanza, non solo per noi stessi, ma anche per coloro che ci circondano, per le nostre comunità, per il nostro mondo. In questo momento scelgo di concentrarmi sul bene più prezioso, sulla brillantezza, sulla bellezza e sulla giocosità della vita. Ho perso e mi sono perso, ma per ora sto volando alto».
Inoltre cita i suoi artisti di riferimento ossia Brancusi, Naumann e Marisa Merz, specificando che la sua è arte povera, arte concettuale, costituita da oggetti materiali e analogici che trasportano il visitatore in un’altra dimensione, intima e onirica.
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La passione per la fotografia
Sui due piani della Fondazione Ica Milano si snodano le opere di Michael Stipe, reinventatosi scultore, ceramista, ma soprattutto fotografo ritrattista. Una passione – quella per la fotografia – che nasce all’età di 14 anni, con i primi ritratti ai suoi eroi musicali (da Freddie Mercury a Patti Smith) e perfezionata nel corso del tempo attraverso corsi specifici all’Università di Athens, nello stato della Georgia.
I ritratti esposti tuttavia si riferiscono a un periodo recente e immortalano spesso momenti intimi e sinceri della vita trascorsa tra Athens, New York, la Francia e Berlino: queste istantanee rappresentano un omaggio ai suoi cari, tra cui la madre, le due sorelle, la figlioccia, il compagno Thomas Dozol e gli amici storici tra cui i registi Tom Gilroy e Jim McKay.
Il cantante ha realizzato opere che riflettono la molteplicità dei ruoli che queste persone hanno avuto nella sua esistenza: dalla loro rappresentazione figurativa al loro coinvolgimento nella creazione materiale delle composizioni stesse. Angie Grass e Libby Hatmaker hanno offerto il loro contributo per i lavori multimediali, Michael Oliveri, direttore di produzione di Stipe e la ceramista Caroline Wallner, hanno collaborato alla realizzazione delle sculture, il fotografo David Belisle ha stampato a mano ogni fotografia tramite diversi processi analogici.
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Il percorso espositivo
Il percorso espositivo pone grande attenzione anche alla ritrattistica non figurativa: con l’aiuto della stampatrice Ruth Lingen, Stipe realizza significative sculture simboliche. Tra le tante rappresentazioni emblematiche, evidenziamo un vaso intitolato alla straordinaria cantante Sinead O’ Connor, recentemente scomparsa.
L’allestimento vuole essere una sorta di “autoritratto” che rispecchia le modalità con le quali l’artista si muove e percepisce il mondo circostante. Di conseguenza le opere rappresentano una serie di collisioni tra energie apparentemente diverse, individuate e applicate, analogiche e digitali, misteriose e rivelatrici. Una sorta di pentagramma che, come nella musica, riunisce chiavi armoniche e ritmi diversi.
Le iconiche canzoni dei R.e.m. però non ci sono. I visitatori possono godere della voce di Michael Stipe soltanto nella cosiddetta stanza dei Desiderata, sulle cui pareti riecheggia a ripetizione la declamazione della poesia “Desiderata” di Max Ehrmann (1927). L’artista ha voluto registrare i celebri versi del componimento per accompagnare il pubblico nella contemplazione delle opere Desiderata2027 e Desiderata Teleprompter, le quali destrutturano e riconfigurano il testo originale, ampliando e amplificando generosamente i temi della vulnerabilità.
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Ingresso gratuito
I have lost and I have been lost but for now I’m flying high è una mostra a ingresso gratuito che affianca una lodevole iniziativa di beneficenza, il cui ricavato andrà a sostenere le attività di Fondazione Ica Milano.
I visitatori che attraverso una donazione sosterranno l’istituzione, riceveranno in regalo un cofanetto numerato e autografato, contenente le due più recenti monografie di Michael Stipe e una stampa fotografica in bianco e nero a tiratura limitata realizzata dall’artista.
Per ulteriori informazioni è possibile collegarsi al sito web www.icamilano.it .