Da Frank Sinastra a Sanremo, Jo Brown si confessa ai nostri microfoni
Una vita spesa per la musica e l’arte, alla costante ricerca di un proprio sound, personale e identificativo, da portare in giro sui palchi di tutta Italia e chissà, magari anche oltre. Demotape, recital, esibizioni ovunque possibile e una collaborazione, quella con Maccio Capatonda, che ancora oggi ricorda con orgoglio e piacere. Fino ad arrivare al recente festival di Sanremo, ulteriore trampolino di lancio verso una carriera che può solo decollare.
Ciao Jo, benvenuto su The Walk Of Fame! Puoi parlarci della tua recente esperienza al festival di Sanremo?
Beh Sanremo è una città magica. Durante il festival si respira un’atmosfera di grande festa e il tutto ti travolge. Cantare nella sala stampa Rai è stato qualcosa di incredibile. Non mi aspettavo un affetto così grande da parte degli addetti ai lavori e della gente presente. Ho vissuto tutto come un bambino che va per la prima volta al luna park.
Com’è nata la collaborazione con Rodolfo Mannara?
Io e Rodolfo ci siamo conosciuti nel 2018. Lui ha ascoltato i miei provini e si è innamorato da subito della mia voce. L’anno scorso ha fondato l’etichetta Megadischi e io sono stato il primo progetto che ha firmato. Insieme abbiamo registrato diversi brani e stiamo ultimando il mio primo album, che uscirà entro la fine dell’anno.
Quali sono i modelli r n’b e soul ai quali la tua musica si ispira maggiormente?
Se i miei genitori si sono sposati uno dei complici è Stevie Wonder. Sin da piccolo sono stato sempre innamorato della musica di James Brown, Sam Cooke, Ray Charles, Aretha Franklin, Billie Holliday, Frank Sinatra, Nat King Cole. Poi da adolescente ho consumato tutti i dischi di Usher, R.Kelly, TLC, Chris Brown, Mary J Blige, Aaliyah. Oggi adoro Anderson Paak, Bruno Mars, The Weeknd. Vi consiglio di ascoltare una giovane cantante britannica di origini turche di nome Nilüfer Yanya.
Credi che questi generi abbiano terreno fertile nell’attuale scena musicale italiana?
Assolutamente si, secondo me in questo periodo storico è il genere che ancora mantiene vive le classifiche in tutti il mondo. In Italia abbiamo artisti come Ghemon o Ainè, che trovo molto bravi. E come dimenticare la mitica Irene La medica o Neffa.
Puoi parlarci della gestazione del tuo ultimo singolo “Smile”?
Ho scritto Smile nel 2016. Ero al pianoforte e volevo rievocare qualcosa che potesse ricordare Frank Sinatra. Mi rivolgevo a un amore immaginario. Infine ho completato il brano l’anno scorso con Rodolfo e spinto anche dalla relazione che vivevo in quel momento, ho deciso di inserirlo nel disco e di farlo uscire come secondo singolo del progetto.
In che modo le tue esperienze cinematografiche/teatrali hanno contribuito al tuo percorso artistico da musicista?
Beh io sono sempre stato innamorato dell’arte. Non avrei mai potuto non approcciarmi al cinema o al teatro. Sin da piccolo ho sempre preso parte ai recital a scuola e facevo anche parte di altri gruppi di teatro, durante il mio tempo libero. Per questo motivo, quando salgo sul palco a cantare mi sento a casa. La mia prima esperienza è stata a tre anni. Invece per il cinema è successo tutto per caso. Un giorno vedo che cercavano delle comparse per un film. Mi sono ritrovato al fianco di Maccio Capatonda in “L’italiano medio”. Andare al cinema e vedersi davanti al grande schermo è stata un’emozione bellissima.