D.O.R.I.A.N.A.: l’art movie di Mariano Lamberti nato durante il lockdown
Cosa succederebbe se una donna gelida e malata di controllo perdesse il lavoro? Probabilmente cadrebbe in depressione tanto da auto carcerarsi dentro casa.
E se scoprisse che i social network sono un potentissimo mezzo di comunicazione, una porta da attraversare per raccontare e scoprire il suo vero io, distruggere l’idea di se stessa e quindi rinascere?
Si intitola “D.o.r.i.a.n.a.”, l’art-movie nato durante il periodo del lockdown e diretto dal regista Mariano Lamberti, che sarà presentato questa sera a partire dalle 20 presso WEGIL, lo storico palazzo di Trastevere in Largo Ascianghi 5 alla presenza della consigliera regionale del Lazio, Michela Di Biase. Protagonista della pellicola è Doriana, una donna che ha fondato la sua vita sul successo nel mondo della Pubblicità. Ha imparato a venerare la Forma e la Confezione. La creazione autentica, al contrario, la disprezza e la terrorizza. Ad un tratto Doriana perde il lavoro e, per disperazione, si chiude in casa scoprendo, però, che può comunicare con il mondo attraverso i social network. Attraverso il racconto di se stessa in streaming Doriana vivrà un’esperienza esistenziale che la porterà alla distruzione di sé alla ricerca della propria autenticità. La protagonista prenderà, dunque, coscienza del momento catastrofico della sua vita e disinnescherà vecchie ruggini riuscendo finalmente a ricostruirsi e rinascere.
“Doriana è una donna come tante donne indipendenti – spiega la protagonista del film Caterina Gramaglia– è una donna sola che ha costruito la sua identità nel suo lavoro. Sceglie, poi, di isolarsi, perde il lavoro e si chiude in una forzata reclusione. Si costruisce così in questo isolamento una identità social dove si racconta, racconta chi è vestita da parole e atteggiamenti retrò che ricordano le donne di Fassbinder o le dive dei vecchi tempi“.
L’esperienza della nascita di questo film è già essa stessa una storia tutta da raccontare.
“Doriana Grigio Vana” doveva essere uno spettacolo teatrale a tutti gli effetti, un monologo esistenziale sull’isolamento forzato scritto dall’autrice Roberta Calandra, un preludio di ciò che sarebbe poi avvenuto nella nostra vita reale? Nessuno poteva saperlo eppure la coincidenza è sorprendente.
Come il personaggio interpretato, Caterina Gramaglia condivide l’idea di ritrovare se stessi durante un periodo particolare come l’isolamento “Ci si perde e ci si ritrova. L’isolamento all’interno di noi stessi è un viaggio – afferma – a volte sembra di impazzire non potendo avere contatti umani, ma il silenzio secondo me è un modo di vedere, di osservare tutto ciò di se che con la vita frenetica si confonde. Questo senso di vuoto che tanto spaventa“.
Il regista Lamberti, nonostante tutto, non ha abbandonato il progetto e ha avviato le prove on-line con l’attrice, unica protagonista. Da qui l’illuminazione di fare un film che giorno dopo giorno si è sviluppato come un prodotto sempre più particolare e articolato tanto che le previsioni erano quelle di girare tutto nel giro di 3 o 4 giorni dopo il 4 maggio (data della riapertura) e avere il film pronto dopo la seconda metà del mese. Il progetto è diventato un vero e proprio esperimento bisognoso di essere curato nei minimi dettagli e quindi di essere completato durante l’estate.
Girato completamente con un I-Phone X, “D.o.r.i.a.n.a.”si è trasformato in un art-movie introspettivo, intimo e viscerale.
Attuale ma con continui riferimenti ad un grande classico come Il ritratto di Dorian Gray del celebre Oscar Wilde.
Bisognava fare di necessità virtù e utilizzare i mezzi a disposizione per poter mettere in piedi un progetto simile durante la pandemia. Ma si può fare il cinema online? e il teatro?
“Si può fare tutto. Abbiamo una tecnologia che ce lo permette, ma si perde la relazione, l’empatia – conclude l’attrice – Un film, uno spettacolo è fatto di relazioni, dallo stare insieme e dalla condivisione. Il teatro, che io amo particolarmente, è fatto di relazioni umane, di mandarini mentre fai le prove, di caramelle, di “mi passi la matita che me la sono dimenticata a casa”, di contatto, ovviamente di pubblico che è un’altra parte fondamentale di uno spettacolo. A me tutto questo manca moltissimo”.