Esce oggi il primo disco del progetto Curù a firma delle cantautrici Giana Guaiana e Bruna Perraro. Si intitola “Corale – voci sommerse, storie negate” in pubblicazione per la RadiciMusic Records. Sono storie di resistenza, di lotta politica e soprattutto umana. “Corale” è la parola-manifesto di questo album: un invito a unire le differenze, a riconoscerci come coro nonostante l’individualismo e la disgregazione che violentano la nostra natura umana. Un “Corale”, un noi, per amplificare le voci sommerse, negate: le donne incarcerate per avere sfidato annullamento e silenzio, i popoli che rivendicano l’appartenenza alla Madre Terra sempre più ferita.
Torniamo al 2020: ad ispirare la prima canzone dal titolo “Donna chiama libertà” è la storia di Nûdem Durak, giovane musicista curda imprigionata nelle carceri turche dal 2015 per avere cantato nella propria lingua. Questo brano sarà la scusa per avviare una corrispondenza con lei e dunque cercare di restituire ancora luce alla vicenda oltre che partecipare alla campagna internazionale per la sua scarcerazione.
Un anno dopo, nel 2021, a colpire nel segno è la storia della persecuzione ai danni della giornalista iraniana Sepideh Gholian, in carcere per avere documentato uno sciopero in una fabbrica di zucchero. Sepideh ha sempre denunciato gli abusi subiti, le condizioni riservate ai prigionieri politici e, in particolare, alle donne. Prendendo ispirazione dal suo libro “Diari dal carcere”, tradotto e pubblicato in italiano quello stesso anno, nascono “Una punta di rosso” e “Saluterò di nuovo il sole” . Questi tre brani confluiscono nel concerto-reading “Donna Chiama Libertà” dedicato ad otto donne mediorientali. Una tessitura di canti tradizionali, canti d’autore, immagini, racconti, citazioni, biografie. Lo spettacolo riceve presto il patrocinio di Amnesty International Italia che ritroveremo oggi a patrocinare l’intero lavoro discografico che prende il titolo di “Corale – voci sommerse, storie negate” come naturale sviluppo di tutte le storie e di tutta la narrazione fatta fin lì.
“Fin dal primo incontro, che risale al 2006, il nostro approccio alla musica è stato quello di creare un dialogo tra le nostre voci, la chitarra e il flauto. Insieme abbiamo condiviso i nostri bagagli così diversi, dalla musica classica al tango argentino, dai ritmi sudamericani ai canti tradizionali siciliani, fino a percorrere una nuova via insieme”. (Giana Guaiana & Bruna Perraro)
Dopo quattro anni e sette mesi di detenzione, la giornalista Sepideh Gholian è stata scarcerata per poi essere di nuovo imprigionata perché, sorridente e senza velo, urlava alcuni slogan contro la Guida Suprema Ali Khamenei. Il suo libro “Diari dal carcere” offre immagini potenti, toccanti e ricche di umanità ed è proprio da qui che nasce “Saluterò di nuovo il sole”. Il brano racconta i destini intrecciati di vita e di profonde amicizie di alcune di queste donne rinchiuse nelle carceri iraniane. Quando è la libertà a venir meno, riscopriamo l’importanza e il prezioso valore di piccoli gesti, come una carezza o un sorriso. Talmente preziosi che possono dare la forza di resistere e di sperare che il sole splenderà di nuovo anche per te.
Nelle riprese trovano centralità alcuni gesti affettuosi a restituire l’atmosfera di complicità fra donne che si respira nel libro. Indossando abiti tradizionali curdi, il girato ha avuto come ambientazioni una sala “chiusa”, una villa e la splendida spiaggia di Mondello vicino Palermo alternando sfondi bui a sfondi luminosi. Nelle riprese in sala, sui corpi di Giana Guaiana e Bruna Perraro e sullo sfondo nero, vengono proiettate alcune pagine dei diari di Sepideh in lingua originale. Di tanto in tanto si passa dall’atmosfera intima a quella pubblica, con qualche scorcio di manifestazioni a significare l’importanza della ribellione e della lotta per la libertà, pur consapevoli che il primo lavoro parte “da dentro” e solo dopo può proiettarsi all’esterno.
LINE UP
Testi e musiche: Giana Guaiana e Bruna Perraro Arrangiamenti: Francesco Prestigiacomo
Giana Guaiana: voce Bruna Perraro: voce, flauto traverso, ottavino Alessandro Venza: chitarra classica – acustica – slide, charango, percussioni Diego Tarantino: contrabasso, basso elettrico Giorgio Garofalo: violoncello Marco Badami: violino Peppe Lana: fisarmonica Francesco Prestigiacomo: percussioni
Ospiti Charlotte Dupuis: violino Francesco Guaiana: chitarra elettrica Lino Costa: chitarra elettrica.
Pre-produzione: Antonio Tralongo Produzione artistica: Francesco Prestigiacomo Registrato, mixato e masterizzato da: Luca Rinaudo c/o Zeit studio, Palermo