Cremonini sull’asta dei beni di Freddie Mercury e il valore dell’arte: una “grande perdita” [testo integrale]
Dal 4 agosto – e ancora per qualche giorno fino al 5 settembre – presso la famosa casa d’aste britannica Sotheby’s è possibile visitare l’asta dedicata ai beni di Freddie Mercury.
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Oltre 1500 pezzi tra costumi, testi di canzoni e oggetti raccolti dalla casa di Kensington del leader dei Queen, conservati e raccolti dalla morte del cantante nel 1991 da Mary Austin, compagna di una vita.
Pezzi di vita che mantengono vivo il ricordo della star Mercury e al contempo svelano l’intimità nascosta di Freddie sotto il mantello rosso e la corona copia di quella di Sant’Eduardo. Un patrimonio che sarà presto frammentato e disperso in collezioni private.
L’esposizione, a ingresso gratuito, è stata già visitata da 80mila persone. Una particolare attenzione è stata catturata dall’analisi di Cesare Cremonini – grande fan dei Queen – sui suoi canali social, che riportiamo integralmente di seguito.
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Scrive Cremonini:
“Un’ultima parola prima di spegnere i miei riflettori su questo evento che non potevo non vivere al massimo.
Quello che so, soprattutto, è di non sapere. Non conosco i retroscena e le motivazioni intime che hanno spinto Mary Austin a mettere in vendita tutto, ed è un atto di rispetto nei suoi confronti non indagare. Non sono un giornalista. Sono un artista. Ma è proprio questo il tema. In questi giorni ho appreso moltissimo non solo sulla storia di Freddie Mercury, ma sulla mia vita. Per questo penso che l’asta, in prospettiva, sia una grande perdita, chiunque partecipi. So che Freddie Mercury non voleva un museo, solo la parola probabilmente gli suonava ammuffita ed è comprensibile (non credo che volesse nemmeno un’asta ma non è un mio diritto pronunciarmi su temi così personali). La signora Austin avrà pensato molto più a lungo di noi prima di prendere questa decisione. Vorrei però parlarvi di tutti noi, in particolare dei ragazzi e delle ragazze che si affacciano al mondo, non solo della musica. Frammentare e disperdere ogni dettaglio di un tesoro integro che era stato pensato come tale, toglie al mondo una possibilità in più di comprendere non tanto la grandezza dei Queen (una rock’n’roll band non ne ha bisogno) ma un preciso messaggio, il messaggio più potente trasmesso da Freddie Mercury, secondo me.
La vita è arte. Tutto il resto ne è una semplice conseguenza.
Un messaggio che lascia intendere che non ci si inventa Freddie Mercury per caso. Che geni non si diventa senza incontro con chi è diverso da noi, senza studio, approfondimento, amore, passione, dedizione, cura. Che in definitiva siamo fatti di amore, di attimi di luce che ci distraggono dal dolore, ed è per questo motivo che l’arte è ciò da cui provengono tutti i nostri gesti, anche i più banali. E che senza arte ogni nostra azione resta tale, ma si svuota.
Detto questo, non rimane che dire grazie. Grazie Mary per averci comunque mostrato il suo universo. Buona fortuna!
Se volete un consiglio, se potete, fatevi un regalo che non dimenticherete mai. Andate a vederla. È gratuita e dura ancora qualche settimana.
Un bacio a tutti
Ce”
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(Foto in copertina da Instagram)