“Corpi moderni”: una mostra a Venezia illustra la concezione del corpo umano nel Rinascimento

Fino al 27 luglio le Gallerie dell’Accademia di Venezia ospitano la mostra Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione. Un’occasione unica per analizzare il ruolo fondamentale del corpo umano nell’arte, nella scienza e nella cultura della Venezia del Rinascimento.
Il corpo umano secondo Leonardo, Michelangelo e Giorgione
Come veniva considerato il corpo umano nella Venezia del Cinquecento? Quale ruolo aveva nella scienza, nell’arte e nella società? Che genere di contributo hanno offerto scienziati e artisti nel renderlo oggetto di studio e di interesse? A questi ambiziosi quesiti intende rispondere la mostra Corpi moderni. La costruzione del corpo nella Venezia del Rinascimento. Leonardo, Michelangelo, Dürer, Giorgione, visitabile alle Gallerie dell’Accademia di Venezia fino al 27 luglio.
Durante il Rinascimento, soprattutto nelle città di Venezia e Padova, avviene una svolta che eleva il corpo umano a campo di indagine scientifica, artistica, culturale e anche sociale. Leonardo da Vinci, Giovanni Bellini, Giorgione, Michelangelo, Tiziano, Dürer sono tra i pionieri di una rivoluzione senza precedenti che rende il corpo unità di misura dell’uomo moderno, specchio della sua interiorità e nobile contenitore di creatività.
Circa novanta opere tra dipinti, disegni, sculture e manufatti (alcuni esposti al pubblico a distanza di secoli), vengono affiancati a modelli anatomici, strumenti scientifici, libri, abiti e oggetti di uso quotidiano, proprio per sottolineare l’affascinante passaggio dall’idealizzazione alla realtà, dall’immaginario alla concretezza della figura umana.

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Il corpo svelato
Il percorso espositivo si articola in tre grandi sezioni tematiche che analizzano il corpo da prospettive differenti.
La prima sezione si intitola Il corpo svelato: conoscere e si concentra sui primi studi scientifici di anatomia, per i quali il corpo veniva esplorato, misurato, sezionato. Nel Rinascimento i poli di Venezia e Padova si distinsero per i loro studi pionieristici in ambito medico ed editoriale.
In questa area i visitatori possono osservare da vicino il fiore all’occhiello dell’intera esposizione, ossia l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, una delle opere più iconiche delle Gallerie dell’Accademia e del patrimonio culturale internazionale. Il celebre disegno viene qui messo a confronto con altre opere straordinarie. Nello specifico: un rilievo metrologico greco antico, che evidenzia il concetto di misura e di ideale, l’Autoritratto di Dürer a corpo nudo, di magistrale realismo (prestato eccezionalmente dalla Klassik Stiftung Weimar ed esposto per la prima volta in Italia) e La Great Lady (Sistema cardiovascolare e organi del torso femminile) di Leonardo, definita la “Monna Lisa dell’anatomia”, proveniente dalla collezione reale inglese di Windsor.
Una menzione a parte merita il disegno preparatorio Studi per la Sibilla libica di Michelangelo, che torna per la prima volta in Italia dopo un secolo, da quando cioè nel 1924 il pittore John Singer Sargent indusse il Metropolitan Museum of Art di New York ad acquistarlo.

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Il corpo nudo
La seconda sezione, dal titolo Il corpo nudo: desiderare, indaga il corpo come oggetto di sguardi e pensieri carichi di sensualità. Da un lato la Venere sdraiata (invenzione tipica del Rinascimento veneziano), destinata a diventare un simbolo iconografico nei secoli successivi; dall’altro il corpo maschile, attraverso le figure di santi ed eroi biblici ritratti all’antica, come ad esempio il Martirio di San Sebastiano.
Accanto a una produzione figurativa basata sulla nudità, nel XVI secolo a Venezia fiorisce una prolifica editoria erotica, della quale in mostra è esposta l’unica edizione originale esistente dei Sonetti lussuriosi di Pietro Aretino, in prestito da una collezione privata.
Il desiderio tuttavia è legato anche a un’idea di procreazione e discendenza; non a caso in questa sezione sono esposti anche oggetti d’epoca legati al matrimonio, ad esempio una preziosa cuffia da donna, unico esemplare di copricapo femminile cinquecentesco, concesso dal Metropolitan Museum of Art di New York, cassoni nuziali istoriati, deschi da parto, ritratti di giovani spose.
Enigmatico e affascinante in tal senso è il dipinto Amanti di Tiziano, proveniente dalla collezione reale inglese di Windsor, nel quale Il gesto dell’uomo che sfiora il seno della donna è stato soltanto recentemente codificato come simbolo del vincolo nuziale.

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Il corpo costruito
La terza sezione si chiama Il corpo costruito: rappresentarsi. In questa zona dell’allestimento i visitatori possono ammirare dipinti, ma soprattutto abiti, accessori di cosmesi, gioielli, trattati di chirurgia; oggetti che testimoniano l’esigenza della donna e dell’uomo rinascimentali di costruire la propria immagine e di adeguarsi agli standard che la società dell’epoca imponeva. L’esemplare più raro di quest’area è uno scrigno del XVI secolo, proveniente da una collezione privata, che contiene specchi, profumi, essenze; una sorta di pioneristico cofanetto per il make-up.
Il corpo tuttavia può anche subire trasformazioni; durante il Rinascimento infatti vedono la luce le prime protesi meccaniche per i reduci di guerra, emblema dell’oscillazione tra limitazioni fisiche e possibilità di reinventarsi.
Chiude il percorso, in una sorta di riflessione relativa all’azione del tempo sul corpo, un confronto tra due dipinti di Giorgione: Ritratto di giovane uomo (in prestito dal Szépművészeti Múzeum di Budapest) e La vecchia delle Gallerie dell’Accademia di Venezia.
Il progetto espositivo nasce come una sorta di riflessione per immagini sul significato dell’essere umano. Il funzionamento del corpo, la sua bellezza, la sessualità, l’invecchiamento, le trasformazioni nel tempo, sono tutti temi estremamente attuali ma che affondano le radici nel XVI secolo.

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L’obiettivo della mostra
I curatori esplicano con queste parole l’intento dell’esposizione: «Quello che ci auguriamo essere riusciti a raccontare in questa mostra è come, su un tema cruciale come quello della rappresentazione del corpo, il Rinascimento, pur con una indubbia tensione verso la codificazione, si mostri con un corso tumultuoso di sperimentazioni, non necessariamente sofferte, spesso gioiose e sempre di ricerca: saranno i secoli successivi a trasformare in alte mura e rigidi dualismi quelli che nel Cinquecento furono diaframmi porosi, primi tentativi di rendere il corpo conoscibile attraverso delle categorie d’indagine flessibili e mutevoli, con confini tutti da esplorare».
Corpi moderni, a cura di Giulio Manieri Elia, Guido Beltramini e Francesca Borgo, è promossa dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia insieme a Marsilio Arte ed è sostenuta dalla Regione Veneto e dall’Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, con il contributo degli enti Venetian Heritage, Save Venice e Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.
Ad accompagnare la mostra c’è un catalogo edito da Marsilio Arte, con saggi di studiosi italiani e internazionali, acquistabile in loco.
Per orari e prenotazioni è possibile collegarsi al sito web www.gallerieaccademia.it .

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Fonte immagini: Wikipedia