Cormac MCarthy: i libri più emblematici di uno dei migliori scrittori del nostro tempo
Cormac McCarthy, nato nel 1933 nel Rhode Island e deceduto il 13 giugno 2023, è stato uno degli scrittori più famosi e rispettati del nostro tempo.
È noto per i suoi romanzi oscuri e provocatori che esplorano i temi della violenza, della solitudine e della moralità. Ha scritto molti libri degni di nota durante la sua carriera, ognuno con la propria storia unica e la propria voce distinta.
È difficile scegliere il miglior libro di Cormac McCarthy tra tutti i capolavori che ha scritto. Tuttavia, dopo un’analisi approfondita della sua bibliografia, abbiamo selezionato tre libri che rappresentano le differenti caratteristiche del suo lavoro.
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Il primo libro che abbiamo selezionato è La strada, pubblicato nel 2006 e vincitore del Premio Pulitzer l’anno successivo. Questo romanzo post-apocalittico racconta la storia di un padre e di suo figlio che vagano in un mondo devastato da una catastrofe, lottando per sopravvivere contro i cannibali e gli elementi avversi. La strada è un libro toccante e commovente che esplora i temi dell’amore, della famiglia e della speranza nei momenti più bui.
Al secondo posto Meridiano di sangue (1985), forse la sua opera più famosa. Un romanzo storico che racconta di una banda di soldati improvvisati che saccheggiano, bruciano e uccidono tutto quel che trovano sul proprio cammino attraverso il Paese, guidati da un capitano pazzo e un giudice demoniaco. Meridiano di sangue è un libro violento e inquietante che si avventura tra i temi della moralità, della giustizia e dell’umanità.
Terzo libro emblematico nella scrittura di McCarthy è Suttree, romanzo semi-autobiografico del 1979. Racconta la storia di un uomo che ha recentemente lasciato la prigione e vaga ai margini della società americana degli anni ’50, incontrando criminali, vecchi contadini disillusi, disoccupati, preti evangelisti e vagabondi che percorrono le strade. Suttree è una critica estremamente realistica circa la vita ai margini della società, tra solitudine e speranza. “Forse l’opus magnum di McCarthy… con ogni probabilità il suo libro più esilarante e insopportabilmente triste“: così lo definisce Stanley Booth.
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Una menzione d’onore spetta a Non è un paese per vecchi (2005) che racconta la storia di un uomo che si ritrova sulla scena di un delitto al confine tra Messico e Texas: tra cadaveri o quasi, eroina e oltre due milioni, sceglie di prendere i soldi nella speranza di costruire un futuro migliore insieme a sua moglie. Consapevole del pericolo, in realtà non può immaginare la spietata caccia all’uomo di cui sarà l’obiettivo. Inizia allora una folle corsa attraverso paesaggi lunari e città fantasma, mondo notturno che viene solo a disturbare il fragore delle armi automatiche.
Cormac McCarthy firmò così uno straordinario romanzo noir che, pur affondando le sue radici nel terriccio più arcaico, descrive in modo incredibilmente moderno la guerra che una società può combattere contro se stessa.
Due anni dopo dal libro sarà tratto l’omonimo film dei fratelli Cohen: agli Oscar 2008 vince la statuetta per Miglior film, Miglior regia, Migliore sceneggiatura non originale e quella per Miglior attore non protagonista per Javier Bardem.
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