Dal carnevale di Venezia agli abiti di Valentino e Versace: Coolio e il rapporto con l’Italia
Il 29 settembre il mondo della musica veniva sconvolto dalla notizia della morte di Coolio, noto rapper statunitense che ha fatto la storia del gangsta rap negli ultimi decenni. Conosciuto principalmente per Gangsta’s Paradise, la hit che lo ha consacrato al grande pubblico, e con la quale ottenne la fama mondiale che l’avrebbe poi consacrato nel pantheon degli dèi del genere, è stato ritrovato privo di vita da un amico del fu Artis Leon Ivey Jr.
LA SCOMPARSA:
Jarez Posey, manager di Coolio (all’anagrafe Artis Leon Ivey Jr), ha dichiarato che il corpo è stato ritrovato mercoledì a casa di un amico del rapper a Los Angeles. Le cause del decesso sono totalmente ignote, dal momento che nessuno ha rilasciato dichiarazioni in merito. Fonti delle forze dell’ordine, però, hanno riferito a Tmz che sulla scena della morte di Coolio non sono stati trovati né farmaci né oggetti che possano far risalire all’uso di stupefacenti. Un’autopsia e un esame tossicologico serviranno a determinare la causa ufficiale del decesso. I rapper Snoop Dog e Ice Cube, nel frattempo, hanno reso omaggio a Coolio, tra i primi a condividere messaggi sui social media dopo la notizia della sua morte.
L’ex membro dei NWA, Ice Cube, l’ha definita “una triste notizia: ho assistito di persona a come i vertici dell’industria l’hanno fatto a pezzi. Riposa in pace @Coolio”, ha scritto Ice Cube su Twitter.
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VITA DA GANGSTA:
Coolio nacque nel 1963 e frequentò il Compton Community College. Il suo primo singolo di fine anni ’80, Watcha Gonna Do, venne trasmesso dalle radio hip hop, ma la sua carriera nel genere decollò nel 1994 con la firma per la Tommy Boy Records e la pubblicazione dell’album di debutto “It Takes a Thief” e del singolo “Fantastic Voyage”, numero tre in America. Il boom arrivò nel 1995 con “Gangsta’s Paradise”, nata ascoltando un pezzo di Stevie Wonder, “Pastime Paradise”.
Coolio collaborò col cantante gospel L. V. per questa canzone, la quale fu inclusa anche come colonna sonora nel film con Michelle Pfeiffer “Pensieri Pericolosi”: il successo fu tale da far vincere al rapper un Grammy. «Ero un fan di Stevie, ma non conoscevo Pastime Paradise», ha spiegato una decina d’anni dopo Coolio. «Un giorno stavo andando in bagno a casa del mio manager e ho sentito il pezzo. Sono entrato in studio e gli ho chiesto: “Wow, ma di chi è?”. E lui: “È una cosa su cui sto lavorando”. “Allora, è mia!”».
«Mi sono messo lì e ho iniziato a scrivere. Sentendo la linea di basso, il ritornello e il gancio, mi si è aperta la mente: “As I walk through the valley of the shadow of death / I take a look at my life and I see there’s nothing left”. L’ho scritto in freestyle. E dopo un minuto ho messo giù il resto della canzone senza mai fermarmi, dalla prima alla terza strofa. Mi piace credere che ci sia stato un intervento divino. Gangsta’s Paradise voleva assolutamente nascere e ha scelto me come tramite».
MODA, CINEMA E RAPPORTO CON L’ITALIA:
Coolio è stato un volto della moda e guest star di show di celebri marchi, anche italiani come Valentino, Versace e Dolce&Gabbana. Nel 2007 lanciò la sua linea di abbigliamento street wear a marchio Gang*Star, rigorosamente made in Italy e venduta su scala mondiale. Ha lavorato in diversi film, come Daredevil.
È stato protagonista di un reality con la sua famiglia, ha partecipato al Grande Fratello Vip britannico, è stato ospite della Mostra di Venezia e nel febbraio 2008 è stato testimonial del carnevale di Venezia, primo artista internazionale a calarsi dal campanile di piazza San Marco nel tradizionale Volo dell’angelo. Nel 2015 partecipò con un cameo di sé stesso in Black Jesus, una serie tv ambientata a Compton, sua città natale. Numerose anche le collaborazioni nel corso della sua carriera, come con 50Cent e Snoop Dogg, o il videoclip di Boyfriend per cui fu scelta come protagonista Belen Rodriguez.
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ADDIO, LEGGENDA:
Segno indelebile nella storia dell’hip-hop, icona di stile e attore affermato, Coolio ha lasciato un contributo immenso al mondo della musica e ora sta a noi fan portare avanti l’imponente retaggio che ci ha lasciato. Siamo sicuri che ora abbia raggiunto quel Gangsta’s Paradise che quasi trent’anni fa gli si presentò all’orecchio per trasformarlo nell’artista che è stato.
Di Andrea Genovese