Conte firma il nuovo Dpcm: chiusi teatri e cinema. È un lockdown mascherato
Il braccio di ferro tra Governo e Regioni si è concluso, Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM. Sarà effettivo a partire da lunedì e resterà in vigore fino al 24 novembre. Di fatto si tratta di un lockdown mascherato. Non siamo in presenza delle restrizioni di marzo – non al momento – ma le misure prese sono stringenti e mirate a dare una brusca frenata al diffondersi del coronavirus.
I locali chiuderanno alle 18. La domenica e i giorni festivi i bar e i ristoranti potranno restare aperti. Disattese le premesse e i rumors delle scorse ore. Il programma è cambiato. La ragione di tale inversione di rotta è da ricercarsi nel parere del Comitato tecnico scientifico secondo cui “l’apertura domenicale dei ristoranti può essere utile per limitare le riunioni familiari”.
“Bisogna muoversi solo per motivi di salute, lavoro, scuola e di stretta necessità”
giuseppe conte in conferenza stampa
Cinema e teatri: sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Sono sospese anche le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso. Sono vietate le feste nei luoghi al chiuso o all’aperto. A tal proposito, Cultura Italianae ha lanciato un appello contro questa stretta, con tanto di petizione online
A casa: con riguardo alle abitazioni private è fortemente raccomandato di non ricevere persone diverse dai conviventi, salvo che per comprovate esigenze
Sulla DAD è scontro e mancanza di condivisione: la richiesta era quella di aumentare la percentuale della Didattica a distanza, per il governo fissata al 75% delle lezioni. I governatori delle Regioni chiedevano a gran voce di portarla al 100% per tutte le scuole superiori e le università.
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Spostamento tra Regioni: non ci sarà la chiusura, come ipotizzato fino a ieri sera. I dati, si legge, dimostrano che i focolai sono soprattutto nelle zone metropolitane.
Fiere e sagre non si terranno, ma non è chiaro cosa accadrà ai mercati rionali.
Luca Zaia, governatore Regione Veneto: “Serve buonsenso, la chiusura dei ristoranti alle 23 è ragionevole. Il tema vero sono gli assembramenti in vie e piazze, il non utilizzo degli strumenti di protezione individuale, il non rispetto del distanziamento sociale”.
Lo afferma all’Ansa e prosegue: “Il Covid è fra di noi, il momento è di estrema difficoltà e alcune misure di sanità pubblica vanno pur adottate. Tuttavia ci vuole equilibrio e non si può pensare che la partita si risolva scaricando tutto su poche categorie produttive. Peraltro, come nel caso dei ristoratori, categoria che ha sempre rispettato le linee guida e si è dimostrata assolutamente rispettosa”.