Live Music, si allarga il fronte delle band che rinunciano ai tour europei: costi troppo alti
La crisi e l’aumento dei costi della vita in Europa si fanno sempre più importanti anche nel mondo della musica e degli eventi. Come già approfondito ad inizio settembre, quando gruppi come gli Atheist e gli Anthrax decisero di annullare i tour europei, il carovita fa desistere le band dall’organizzare concerti nel Vecchio Continente.
Il problema non riguardava solo generi meno inflazionati. Anche i Coldplay pensarono a cancellare il “Music Of The Spheres World Tour” per motivi economici.
L’ultima notizia, arrivata in questi giorni, riguarda i portoghesi Moonspell. Il gruppo gothic metal ha deciso di cancellare le date in Irlanda e Regno Unito proprio a causa dei costi troppo alti.
“In accordo con la maggior parte dei promoter e la nostra agenzia- si legge nel comunicato- abbiamo deciso di ANNULLARE il nostro tour Fullmoon Over The UK-IRE. Siamo ovviamente desolati nel darvi notizie così tristi, ma non avevamo altra scelta. Le ragioni alla base di questa decisione sono, come potete immaginare, l’enorme crisi finanziaria che stanno vivendo il Regno Unito e l’Europa e che colpisce le vendite nel settore dello spettacolo”.
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Parole chiare. Gli unici eventi che si terranno ugualmente saranno quelli in Grecia, Israele e a Dubai. Per gli altri non resta che richiedere il rimborso. La band, infatti, non vuole deludere i fans salendo sul palco con uno spettacolo ridimensionato. Meglio non esibirsi per niente.
Una scelta difficile e che non prevede l’accettazione di un compromesso.
Sullo stesso discorso è tornato pochi giorni fa Frank Bello, degli Anthrax, che in un’intervista a Totalrock ha sottolineato come pensare di organizzare un tour in Europa sia impensabile.
“Quando abbiamo pianificato il tutto- ha ripetuto il bassista– come sempre, abbiamo fissato il budget e abbiamo cominciato a vendere le date. Tuttavia dopo il Covid sembra tutto impazzito dal punto di vista economico. Finanziariamente non è più fattibile. Quando ho visto le cifre, erano letteralmente triplicate. Il triplo di quello che erano state stabilite originariamente. Saremmo tornati a casa con una perdita tale da accusare il colpo per un bel po’. Quando avremmo accettato anche una piccola perdita, per suonare davanti ai fan. Non aveva senso”.
Ogni data europea cancellata deve far riflettere. L’allarme è stato già lanciato ma a quanto pare non recepito. Il mondo della musica non può andare avanti solo con i proventi di Spotify, Youtube e album venduti. Gli incassi dei concerti e dei tour, gli sponsor derivanti da queste esibizioni, sono una fonte di guadagno importante e che fornisce linfa vitale a questa realtà che per quasi due anni di pandemia ha subito molte limitazioni.
L’aumento del costo della vita in Europa è solo, forse, all’inizio. L’inverno e il conseguente (annunciato) caro-bollette ancora deve arrivare. Motivi in più che potrebbero spingere altri gruppi musicali a cancellare date per difficoltà economiche non previste. Come se il gioco non valesse la candela.
A rimetterci non sarebbero solo le band e artisti vari. Ma anche il pubblico che, mai come in questi mesi, ha risposto presente in massa a quasi tutti gli eventi organizzati in ogni dove. C’è tanta voglia di musica. Di viverla live. La passione va alimentata. Così come il settore degli eventi, che muove milioni e crea posti di lavoro, ha bisogno di sostegno anche finanziario.
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