“Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro”: il nuovo spettacolo di Emanuele Aldrovandi
In scena in prima assoluta al Teatro Dadà di Castelfranco Emilia il 2 marzo e poi sul palco del Nuovo Teatro delle Passioni di Modena dal 5 al 10 marzo, Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro, il nuovo spettacolo firmato da Emanuele Aldrovandi, autore e regista di teatro e cinema, vincitore di diversi riconoscimenti tra i quali i premi Tondelli, Hystrio e Pirandello, e scrittore de Il nostro grande niente, il suo primo romanzo appena pubblicato da Einaudi Stile Libero.
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Una coproduzione di Associazione Teatrale Autori Vivi, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale.
Dopo L’Estinzione della razza umana, spettacolo che racconta in chiave tragicomica ciò che si è vissuto nei due anni di pandemia, in questo nuovo lavoro Emanuele Aldrovandi si concentra sugli effetti della nostra modernità, sulla disinformazione e sul sistema profondamente disfunzionale instaurato dai social, prima accusati di creare distanze tra le persone e in pochi anni considerati invece l’unico modo per avere contatti fra individui.
Con lo stile tagliente e feroce che contraddistingue la sua scrittura, in Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro Aldrovandi affronta e analizza l’insano rapporto tra felicità e realizzazione, interrogandosi su che cosa sia la qualità artistica nell’epoca della post-verità.
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Al centro della storia, una madre, interpretata da Serena Di Siena, e la sua ossessione per la realizzazione della figlia Emma, una bambina di soli sei anni: per riuscire a farla diventare un’artista di successo la madre, Marta, è disposta a tutto.
«La scrittura è estremamente concreta e realistica – commenta l’autore – ma l’allestimento sarà onirico e surreale, perché quello che viene messo in scena è il ricordo di un uomo che continua a rivivere la giornata nella quale la vita di una bambina di sei anni è cambiata per sempre». Il bislacco piano della madre che coinvolge con l’inganno Chiara, una famosa attrice, e Carlo, cognato appassionato di scacchi, «rivive attraverso lo sguardo di Ferdinando, talvolta distaccato, talvolta pieno di sensi di colpa: cosa avrebbe potuto fare di diverso? È possibile cambiare il corso degli eventi e incidere veramente sulla realtà e sul mondo?».
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«Se il testo affronta il rapporto fra la felicità e la realizzazione personale – prosegue Aldrovandi – la chiave registica con cui ho deciso di metterlo in scena pone l’accento sul vortice ossessivo di chi è condannato a pensare una cosa e poi, nell’attimo successivo, esattamente la cosa opposta. La realtà si deforma sotto lo sguardo di chi è convinto di non poterla mai conoscere, ma solo ipotizzare».