Circo Massimo, chiesto lo stop ai concerti
Il concerto di Travis Scott continua a far parlare di sé. Un terremoto di emozioni. E non solo. Oltre 60 mila spettatori che hanno saltato e cantato facendo tremare, insieme all’impianto (almeno così sembra da quanto denunciato sui social da molti utenti), le zone limitrofe del Circo Massimo, dove si è svolto l’evento.
Il sito archeologico romano da anni è location per molti concerti di rilievo. Solo questa estate si sono esibiti i Guns ‘N Roses (7 luglio), Marco Mengoni (15 luglio) e gli Imagin Dragons (5 agosto). Il 2 settembre è invece atteso sul palco Max Pezzali. Ma potrebbe essere l’ultimo.
Quanto successo con il rapper americano, a partire dalle denunce di improbabili terremoti fino al rischio tragedia per la diffusione di spray al peperoncino tra il pubblico, ha aperto un dibattito politico con in testa la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russom che ieri ha annunciato all’AdnKronos che “non verrà più dato parere favorevole all’uso dell’area per i concerti rock”.
“Visto quello che è successo”- ha sottolineato- “anche in relazione alla pubblica incolumità e alla conservazione e tutela del patrimonio archeologico, noi daremo parere negativo a questo tipo di eventi. Personalmente ritengo che il Circo Massimo sia un monumento e in quanto tale debba essere rispettato e debba ospitare solo ed esclusivamente concerti di un certo tipo, come l’opera, il balletto. Spettacoli di musica ma non concerti rock che a mio avviso devono essere trasferiti negli spazi preposti ossia negli stadi”.
Per la Direttrice il problema non è stato sollevato solo ora, dopo ciò che è avvenuto al concerto di Travis Scott. Infatti già in estate, ha spiegato, durante il tavolo tecnico istituito in seguito alla richiesta della location “noi avevamo delle riserve su questo tipo di evento e abbiamo dato una serie di prescrizioni visto che Roma Capitale si era già impegnata”. Le prescrizioni riguardano il “non superare il limite dei decibel prescritto dalla normativa e il fatto di non incitare il pubblico in piedi a saltare, cosa che era successa a Milano e che aveva provocato una serie di problematiche. Queste prescrizioni non sono state rispettate per cui abbiamo mandato una nota a Roma Capitale di richiesta di riscontro urgente per capire come mai non lo siano state”.
Leggi anche “Travis Scott, rischio tragedia a Roma per spray al peperoncino”
Il tema, ovviamente, in questi giorni è scottante e comincia a dividere l’opinione pubblica. Tra chi punta alla salvaguardia dell’area, ritenuta bene pubblico di rilevanza storica, che va tutelata da migliaia di spettatori che saltano rischiando, a loro dire, di rovinare il patrimonio in superficie ma soprattutto quello delle gallerie sottostanti.
Dall’altro lato i paladini del divertimento, del guadagno e chi si erge a difensore dei diritti dei giovani. Tra questi Alessandro Onorato, assessore ai grandi eventi della giunta Gualtieri, che tramite AdnKronos Onorato ha ricordato come “la Soprintendenza archeologica del Colosseo aveva dato parere favorevole a questo concerto con la prescrizione che il pubblico non avrebbe dovuto saltare. Vorrei segnalare che ieri c’è stato un concerto con quasi 60mila ragazzi di 20 anni nel quale non ci sono stati incidenti se non quello capitato a un ragazzo di 14 anni che, purtroppo, si è fatto male non nell’area del Circo Massimo, ma nell’area della Sovrintendenza del Colosseo”.
Onorato sottolinea come l’unico ferito sia stato un ragazzo che ha provato a scavalcare (“Quindi l’unico incidente si è generato nell’area in cui la Russo sovrintende la struttura”) e grazie all’organizzazione si sono evitati danni molto più grandi di quelli accaduti in seguito allo spruzzamento di spray al peperoncino.
“Voler fare sembrare un evento – ha continuato l’assessore- di cui tutti parlano nel mondo della musica internazionale in senso negativo perché qualcuno sul balcone si è sentito infastidito dal ritorno della musica di un evento di 72 minuti, è una forma di snobbismo nei confronti dei ragazzi di vent’anni”.
“Il Circo Massimo”- prosegue il membro della giunta capitolina- “è una location che viene preservata per ogni iniziativa: gli organizzatori quando arrivano lasciano la struttura in condizioni migliori di come l’hanno trovata, pagano 360mila euro alla Sovrintendenza comunale per un giorno, 60mila euro per i vigili, 50mila euro per l’Ama. È il luogo più costoso in Europa che genera indotto economico”.
Una polemica forte quella di Onorato, che ha concluso la sua arringa puntando il dito contro il Governo: “Mi sembra che ci sia anche un’ondata di un governo, da questo punto di vista più nordista, che non è molto contento che Roma lo scorso anno, con oltre 2 milioni di biglietti, abbia battuto Milano con 500mila biglietti venduti in più, cosa che non accadeva da 11 anni”.
L’estate è ancora nel vivo, i concerti nella Capitale non sono finiti, ma quello di Traavis Scott rischia di rimanere il più “chiacchierato” più per le polemiche (e le possibili conseguenze) piuttosto che per la qualità dell’evento che ha visto, invece, presentare l’ultimo album dell’artista e la presenza di un big come Kanye West.