Cinque curiosità sul film “La Vita è Bella”
Sono passati 23 anni dall’uscita del più celebre e premiato film di Roberto Benigni, “La vita è bella“, con cui il regista toscano si aggiudicò tre premi Oscar, miglior attore protagonista, miglior film straniero e miglior colonna sonora – e si può dire che il film sia nato essenzialmente per questo. Ricordiamo tutti benissimo Roberto Benigni che scavalca le poltrone del Dolby Theater e che scherza con Letterman nell’omonimo Late Show, così come sono indelebili alcune sequenze del film: “Buongiorno principessa!” ma anche il discorso del soldato tedesco, tradotto bonariamente in italiano da Guido Orefice, il padre interpretato dallo stesso Benigni.
Per lo speciale sul cinema italiano, il canale tv Iris (Mediaset) ha programmato ‘La vita è bella’ per la prima serata di oggi, alle ore 21:00. Qui di seguito, cinque curiosità sul film:
1. La storia del film nasce dalle testimonianze di Rubino Romeo Salmonì, sopravvissuto ai campi di concentramento e autore del libro ‘Ho sconfitto Hitler’.
2. Affianco a Roberto Benigni e alla moglie Nicoletta Braschi, recita il piccolo Giorgio Cantarini, nei panni del figlio Giosuè. Cantarini, che oggi ha 28 anni, ha recitato anche nel kolossal ‘Il Gladiatore‘ e oggi vive a New York, dove lavora come attore principalmente per cortometraggi.
3. Il carro armato che compare alla fine del film è un carro sovietico (oggi conservato al museo di Piana delle Orme), e non americano.
4. Il noto regista Mel Brooks non apprezzò il film: “Mi sarebbe piaciuto fare un film sull’olocausto. Poi ho visto questo ‘Life is Beautiful’ (La vita è bella). Un film ridicolo, non trovi? E pensare che ha vinto anche degli Oscar, o roba simile. Trovo assurdo come si possa scherzare su un tema così grande, monumentale come l’olocausto” ha dichiarato il regista durante un’intervista.
5. C’è un omaggio piuttosto evidente al film ‘Le ali della libertà‘: quando Guido prende il possesso del microfono della filodiffusione, all’interno del lager, riesce a parlare con sua moglie e a farle sentire un brano, durante il quale tutti i prigionieri alzano la testa al cielo. Succede esattamente la stessa cosa nel film di Frank Darabont, quando Andy Dufrense diffonde la musica di Mozart per tutto il carcere.