Cinema e teatri chiusi, l’appello di Unita: il governo tuteli il nostro lavoro
“La chiusura di cinema e teatri stabilita dal Dpc, domenica 24 ottobre, fa sì che l’Italia diventi il primo Paese europeo a non garantire ai suoi cittadini che l’industria della cultura e dello spettacolo continui a produrre per loro”.
Inizia così il comunicato stampa dell‘Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo (Unita), associazione di categoria di attrici e attori. Un appello che fa rilevare che al momento “non esistono piani di tutele e ristori, equamente ripartiti fra lavoratori e imprese per un comparto bloccato”.
“I teatri”, si legge, “potrebbero restare aperti con capienza al 75%, con distanziamento sociale, con orari anticipati a prima del coprifuoco e fondi di ristoro governativi per i mancati guadagni del settore sofferti soprattutto da parte degli interpreti. Nessun ragionamento è stato fatto in tal senso ma si è preferito procedere con la chiusura in blocco del settore”.
“Teatro e cinema tuttavia”, si legge ancora, “sanno convivere con il Covid perché su 344mila spettatori, da Marzo a settembre, è stato constatato 1 solo caso di covid. (studio Agis 2020)”.
Pertanto la categoria degli interpreti rappresentati da Unita chiede al presidente Conte di:
1) Tenere aperte le sale con gli orari degli spettacoli anticipati a prima di eventuale coprifuoco.
2) Introdurre i protocolli di sicurezza per il teatro (su modello del protocollo audiovisivo) per artisti, tecnici e maestranze.
3) Far rispettare il comma 5 dell’art.19 del Ccnl della Prosa in caso di sospensione della produttività.
4) Creare ammortizzatori sociali continuativi per colleghe e colleghi in difficoltà fino al termine dell’emergenza.
L’associazione Unita è nata a giugno di quest’anno. Ne è presidente Vittoria Puccini, vice presidente Fabrizia Sacchi, vice presidente Giorgia Cardaci. Ne sono consiglieri Marco Bonini, Massimiliano Gallo, Cristiana Capotondi, Maria Pia Calzone, Fabrizio Gifuni, Paolo Calabresi, Stefano Scherini e Francesco Bolo Rossini in rappresentanza di più di 500 iscritti.