Cento anni di Chanel N°5, l’essenza di donna
“Lancio la mia collezione il 5 maggio, quinto mese dell’anno, lasciamogli il numero che porta e questo numero 5 gli porterà fortuna“.
A distanza di ben 100 anni possiamo ufficialmente dire che il sesto senso di Mademoiselle Coco aveva proprio fatto centro. Era il 5 maggio 1921 quando Gabrielle Bonheur Chanel – conosciuta come Coco per la canzone con cui si esibiva nei cabaret durante nel breve tentativo di diventare cantante – rivoluzionava l’industria profumiera con il suo Chanel N°5.
La fragranza scelta da Coco è quella nella quinta boccetta d’essenza di prova di Ernest Beaux: al chimico che sarà conosciuto come “le nez de Chanel” la giovane stilista francese aveva chiesto “nessun olezzo di rose o mughetto” ma “un profumo elaborato, che resti addosso”.
Così nasce “un profumo da donna che sappia di donna”: non più l’essenza di un solo fiore come da tradizione, ma un bouquet di oltre 80 ingredienti diversi, una fragranza decisa, elegante ed intraprendente, che le ricordasse l’odore delle mani di sua madre – lavandaia della Provenza-, che non durasse qualche minuto ma che aderisse alla pelle e permettesse ad una donna di lasciare dietro di sé una scia forte come la sua personalità. Con questo scopo, Beaux è stato uno dei primi cinque della storia a creare un profumo sintetico utilizzando l’aldeide 2-metil-1-decanale, additivo privo di odore ma capace di accentuare gli altri.
Composizione di Chanel N°5
Testa: aldeidi, bergamotto, limone, neroli
Cuore: gelsomino, rosa, mughetto, iris
Fondo: vetiver, sandalo, vaniglia, ambra
Inizialmente la nuova invenzione della Chanel, in una boccetta di vetro (o raramente di cristallo) in stile minimalista, semplice, geometrico e razionale (adattandosi alle correnti artistiche degli anni ’20), non era acquistabile ma un premio, un oggetto del desiderio: era un omaggio per le migliori clienti della sua boutique in 31, rue Cambon di Parigi. Una volta immesso sul mercato, divenne un bene di lusso ma essendo distribuito esentasse negli spacci militari statunitensi della II guerra mondiale, si diffuse in tutto il mondo divenendo uno dei simboli della rivoluzione messa in atto da Chanel.
La giovane Coco che diede il suo nome alla famosa boccetta, mentre si preparava ad essere costumista dell’Antigone di Jean Cocteau e per la prima volta tagliava i suoi lunghi capelli bruciati da un fornello ignara di lanciare la moda alla garçonne, non era ancora consapevole di contribuire ad una delle più grandi rivoluzioni culturali del XX secolo: iniziando da un negozio di cappelli semplici e delicati (in paglia e nastri, completamente in contrasto con quelli di moda nella Belle Époque) renderà la donna libera e viva.
Con lo scoppio della guerra, la donna non può più essere un manichino da vestire, una bambolina da spostare, ma è dinamica, attiva, indipendente e lavoratrice: la Chanel le dà la possibilità di muoversi e di sentirsi comoda senza perdere l’eleganza e la sobrietà. Ed è così che crea le giacche e i pantaloni da donna, le gonne sotto al ginocchio, usa il jersey e il tweed scozzese, introduce lo stile alla marinara e il contrasto tra bianco e nero, fino ad inventare l’ineguagliabile petite robe noire.Il profumo che oggi festeggia un secolo è stato consegnato al mito da testimonial come Catherine Deneuve, Nicole Kidman, Audrey Tautou, Carol Bouquet, Lily-Rose Depp, Brad Pitt, Marion Cotillard e soprattutto dalla celebre frase di Marilyn Monroe: “Cosa indosso a letto? Che domande, Chanel N° 5, ovviamente”.
di Sara Paneccasio
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