Un omaggio alla madre ed un ricordo delle vittime istriane: il diario intimo di Caterina Edwards
“Riscoprendo mia madre. Una figlia alla ricerca del passato” di Caterina Edwards è un diario intimo e una testimonianza storica. Un omaggio sincero fatto dall’autrice a sua madre Rosa scomparsa anni fa, ed è anche un commosso ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo forzato degli italo-istriani, durante e dopo il secondo conflitto mondiale. È un libro denso, emozionante e a tratti molto doloroso, perché racconta verità che non si possono gestire serenamente. L’autrice narra della brutta malattia della madre, l’Alzheimer, e compie un viaggio nella sua Istria, sulle orme dell’intolleranza e dell’ingiustizia, alla ricerca di quei pochi che erano riusciti a rimanere nella loro terra spezzata.
«Ero venuta a cercare quella piccola percentuale, quegli italo-istriani che non erano andati in esilio durante il grande esodo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Erano e si chiamano i Rimasti».
Caterina Edwards racconta la storia del popolo istriano e fa apparire il fantasma della diaspora, spiegando le motivazioni socio-politiche che avevano portato il dittatore Tito ad attuare un’insensata pulizia etnica: «Secondo gli esiliati che ho intervistato in Canada, le persone venivano portate via senza uno schema preciso. Né ci fu alcun tipo di processo. Era come un’epidemia, una pestilenza. Le vittime venivano o colpite e gettate nelle foibe, le grotte carsiche naturali e i burroni senza fondo che punteggiano il paesaggio istriano, o gettate (ancora) vive nelle foibe, spesso ammanettate a cadaveri».
L’autrice cerca di capire se a Lussino, dove la madre era nata, può ancora trovare una parte di lei e quindi anche di sé stessa: parla con le persone, incontra parenti lontani, cerca di tracciare un quadro soddisfacente degli spostamenti di Rosa e del destino dei suoi famigliari più stretti, di cui si erano perse le tracce a causa dell’opera di cancellazione della memoria biografica e storica effettuata dagli uomini di Tito. Attraverso queste testimonianze, l’autrice cerca di separare la verità dalle bugie, che anche la madre le aveva raccontato nel corso degli anni, forse per proteggersi.
Ricordi e storie che sono «due corde incandescenti che si intrecciano e si separano, scivolano via l’una dall’altra e si intrecciano nella fossa oscura, la foiba dell’oblio». Mentre Caterina Edwards compie questo percorso nella memoria, deve al tempo stesso occuparsi di sua madre malata, regalandoci un resoconto intimo e commuovente dell’amore incondizionato che le lega, nonostante il vuoto creato dalla sofferenza nell’animo di Rosa, una donna senza patria, privata brutalmente della sua storia.
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A cura di Luisa Cicconardi