Carmelo Pipitone e il suo “Segreto Pubblico”. Intervista al co-fondatore dei Marta sui Tubi
“Segreto Pubblico” è il secondo album solista di Carmelo Pipitone, chitarrista e co-fondatore del gruppo Marta sui Tubi e membro delle band O.R.K. e Dunk.
Musicista dalla creatività instancabile e dalla grande originalità compositiva, Carmelo Pipitone ha fatto della potenza del suono e di un linguaggio ossimorico e viscerale i suoi marchi di fabbrica.
Con i Marta sui Tubi, il musicista di origini siciliane ha pubblicato 6 album in studio e realizzato preziose collaborazioni con artisti del calibro di Lucio Dalla, Franco Battiato, Enrico Ruggeri, raggiungendo tappe importanti come Sanremo (nei Big nel 2013) il Primo Maggio a Roma (2009 e 2013) e le prestigiose partecipazioni alla trasmissione “Che Tempo Che Fa”.
Chitarrista dal talento indiscusso, vanta collaborazioni internazionali e partecipazioni in numerose trasmissioni televisive: tra le più recenti la presenza come guest guitarist all’interno di “Propaganda Live” su La7 nel 2018.
“Segreto pubblico” è il tuo secondo lavoro, come nasce e come mai scegli questo titolo?
Sostanzialmente è la continuazione del primo disco “Cornucopia”, uscito un paio di anni fa, un esperimento da solista e totalmente mio, arrangiato e scritto da me con l’aiuto di Lorenzo Esposito Fornasari, produttore anche di questo secondo capitolo. In “Segreto pubblico” si intravede un approccio più completo, complesso e articolato sia con riguardo al testo sia con riguardo alla musica.
Hai detto del disco che è una “Raccolta del nostro lato oscuro”. Qual è il lato oscuro di Carmelo Pipitone?
Credo un pò quello di tutti. Ognuno di noi ne ha uno, per alcuni è più evidente per altri meno, dipende da quanto sei bravo a nasconderlo oppure a lasciarlo guardare a tutti. Il mio personale lato oscuro?… se te lo dico come facciamo? (ride ndr)
Quanto la tua terra di origine influenza la tua musica?
Vivo a Bologna da 20 anni ma nonostante tutto l’accento siciliano non si è perso. Terroni si nasce e ci si muore anche, con grande fierezza. Siamo più viscerali, non dico più sensibili ma sicuramete più estroversi, ci piace raccontarci. Della Sicilia mi porto dietro tutto, penso e sogno ancora in siciliano.
Commentando “L’intelligenza delle bestie” hai parlato della parte biù brutale di se stessi. Pensi che sia necessario liberarsene o conviverci?
Io di solito quando scrivo lo faccio in maniera del tutto libera. In via precauzionale considero questo sfogo come una specie di liberazione. Invece di andare dallo psicologo mi sfogo attraverso i testi, utilizzando anche un pò di ermetismo, per lasciare l’ascoltatore ad una sua libera interpretazione. In questa canzone racconto il punto più alto dell’essere animaleschi e più bestiali. La parte più dura e scontrosa va in giro e la possiamo incontrare ogni giorno. Bisogna essere bravi ad usare il senno ed evitare di fare stronzate! Ad esempio, di un assassino, conosciamo solo un punto di vista. L ‘assassino avrà salutato qualcuno nella sua vita, sarà stato gentile con le persone, avrà sorriso e cantato ma quello che conosciamo di lui è quello che lo ha fatto diventare famoso, cioè l’omicidio.
Perchè uscire con un nuovo album in questo momento in cui sembra difficile qualsiasi cosa?
Da un punto di vista artistico, sono uscito con un disco perchè faccio quello che mi passa per la testa e lo faccio da sempre. C’è chi mi segue e su 10 persone solo lo 0.5 è il mio potenziale fan. Non scrivo per tutti e non faccio singoli per promuoverli nelle radio mainstream. Da un punto di vista tecnico, l’album è stato chiuso alla fine del 2019 e mandato alle stampe a gennaio. In origine sarebbe dovuto uscire ad ottobre, alla fine è uscito a novembre..abbiamo tardato solo di un mese.
Con il progetto “Marta sui tubi”, e non solo, hai avuto modo di lavorare con grandi personalità della scena musicale italiana. Chi ti è rimasta più a cuore?
Ovviamente Lucio Dalla per il tipo di incontro che ho avuto con lui, per il tipo di persona che si è dimostrata. Anche Franco Battiato non scherza, però! Sono dei grandi e non ti fanno pesare minimamente che siano degli artisti a 360 gradi. Parlare con loro è una fortuna, un viaggio.
Forse perchè appartengono ad una generazione di artisti diversa…
E’ vero! Come i miei nonni che hanno vissuto la guerra. La nonna non ha mai sprecato un pezzo di pane. Quella generazione è rimasta scioccata dagli avvenimenti che hanno vissuto e quindi quando si relazionano con altri lo si fa senza alcun tipo di impostazione o filtro.
A 9 anni ti hanno regalato la tua prima chitarra. Chi dobbiamo ringraziare?
Giusto la nonna dobbiamo ringraziare! Da piccolo iniziai a tamburellare e fare delle robe strane. Mi recavo spesso da mio zio che fa il falegname per cercare qualsiasi cosa utile per suonare. Poi mia nonna ha capito e mi ha regalato una chitarra da 100 mila lire.
Ph Benedetta Balloni
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