Cannes 76: “The Idol” è la serie più scandalosa dell’anno – con Lily-Rose Depp e The Weeknd
Il Festival di Cannes ha decretato il caso-scandalo della 76° edizione: i primi due episodi della serie The Idol, che racconta la storia di una pop star torturata con Lily-Rose Depp e The Weeknd.
Il regista americano Sam Levinson, creatore di Euphoria, mette in scena nella serie prodotta da HBO una satira drammatica e estremamente sessualizzata attorno al personaggio incarnato da Lily-Rose Depp.
Leggi anche: In Abruzzo il primo festival jazz “A love supreme”
La famiglia Depp è sicuramente sotto i riflettori di questo 76º Festival di Cannes. Dopo la controversa presenza di Johnny Depp nel film d’apertura Jeanne du Barry, sua figlia Lily-Rose è stata la star del tappeto rosso di lunedì sera per la presentazione in anteprima mondiale dei primi due episodi di The Idol, in cui recita con il cantante The Weeknd.
Sinossi di The Idol
Jocelyn (Lily-Rose Depp) interpreta una popstar in piena crisi dopo una depressione legata alla morte di sua madre. Mentre cerca di raggiungere la vetta con un nuovo successo, incontra il proprietario di un nightclub dal passato oscuro, Tedros (The Weeknd). Insieme, daranno il via ad una storia d’amore malsana che porterà a una profonda messa in discussione dell’artista e influenzerà direttamente le relazioni con il team che si occupa della gestione della sua carriera.
Nudità e decadenza
Perfettamente definita da HBO come “la più sordida storia d’amore di tutta Hollywood“, la serie The Idol si apre con un servizio fotografico molto sexy della giovane star nella sua lussuosa villa. Uno shooting in cui non esiterà a spogliarsi davanti agli obiettivi anche se non era previsto nel contratto: “Questo è il mio corpo” risponde ai suoi manager.
Leggi anche: Cannes 2023: il doppio scandalo (e doppie accuse) per il film di Catherine Corsini
La serie si ispira direttamente alla folgorante e poi decadente carriera di Britney Spears, esplicitamente citata nel primo episodio. Il fulcro della narrazione che ruota intorno all’introspezione di Jocelyn e alla sua fobia dell’umiliazione, si allontanerà molto rapidamente dai contenuti musicali per concentrarsi sulla sua relazione con Tedros.
Una perfetta Lily-Rose
Secondo le reazioni della stampa internazionale nelle 24 ore successive, la performance di Lily-Rose Depp nei panni dell’icona pop è indiscutibile. Dopo le apparizioni al cinema in Planetarium, L’uomo fedele e Il re, l’attrice e modella di 24 anni, figlia di Vanessa Paradis e Johnny Depp, affronta il suo primo ruolo importante. E interpreta a meraviglia questa superstar che oscilla tra determinazione e fragilità, priva di riferimenti affettivi, che si ritrova sottoposta a drastiche esigenze artistiche e alla pressione continua del suo entourage.
La narrazione intorno all’aspetto superficiale delle celebrità, lo sguardo ironico sul nostro tempo in cui convivono “coordinatori di intimità” e i social network, denunciano senza riserve il format dell’attuale industria musicale.
Sessismo e fantasia dello stupro
Secondo le prime reazioni di pubblico e critica, il regista di Euphoria sembra essersi spinto ben oltre il confine dell’indecenza e del disagio. La pietra dello scandalo sembra essere la scena in cui si affronta esplicitamente la fantasia dello stupro in una conversazione tra la cantante e la sua assistente: “Questo è esattamente ciò che mi piace di lui“, risponderà la popstar agli avvertimenti lanciati dalla sua confidente sulle reali intenzioni del “guru” interpretato da Abel Tesfaye, alias The Weeknd.
Leggi anche: “Asteroid City”: il nuovo film di Wes Anderson in concorso a Cannes76
Si susseguono sequenze molto suggestive (foto intime, masturbazioni…) a dialoghi ritenuti eccessivamente volgari, chiaramente destinati ad un pubblico avvertito. Tra le scene di sottomissione che ricordano quelle dei film “50 sfumature” e le situazioni di carattere sessista, la serie manda all’aria i convenevoli a favore di uno show falsamente glamour che sfiora i confini della pornografia.
Già nel mese di marzo Rolling Stone accusava la serie di sfociare nel “torture porn“, la miniserie di sei episodi suscita polemiche anche per la sua creazione: l’improvvisa partenza della regista Amy Seimetz e la sua sostituzione con Sam Levinson avrebbero moltiplicato il budget e sconvolto le scelte di sceneggiatura, secondo la rivista americana.
Presente in conferenza stampa dopo la proiezione, il regista, il cui “più grande sogno era essere presente al Festival di Cannes“, ha difeso la sua libertà creativa affermando di voler proporre con The Idol “il più grande show dell’estate“. La sua serie non sfuggirà allo scandalo, ma sicuramente è riuscita a far parlare molto di sé prima della sua uscita su HBO il 4 giugno e in Italia su Sky il 5 giugno.