Buon compleanno Meryl Streep, la diva anticonvenzionale compie 75 anni
Buon compleanno Meryl Streep. L’attrice premio Oscar compie oggi 75 anni, ma per lei sembra che il tempo non passi mai: leggenda vivente, diva, simbolo di eleganza e di bellezza anticonvenzionale. Nel corso della sua carriera ha interpretato ruoli diversissimi ma ha sempre fatto centro nel cuore di chi la ammira sul grande schermo.
Tre Oscar su 21 candidature e detiene il record di 33 candidature ai Golden Globe e di 9 vittorie (di cui uno alla carriera), ma il suo meraviglioso talento non è servito soltanto a guadagnarsi numerosissimi riconoscimenti. La Streep ha fatto molto di più. Come le ha detto Juliette Binoche consegnandole la Palma d’Oro alla Carriera, in occasione dell’ultima edizione del Festival di Cannes, ha aiutato le donne a guardarsi con occhi diversi e si è battuta e si è battuta per noi.
Classe 1949, nata a Summit (nel New Jersey), Mary Louise Streep – questo il nome all’anagrafe dell’attrice – inizia la sua carriera da attrice con studi teatrali e il successo sui palcoscenici di New York. Debutta al cinema nel 1978 con il film ‘Giulia’ diretto da Fred Zinnemann. E ancora, nel 1979 ha recitato in ‘Kramer contro Kramer’ diretto da Robert Benton al fianco di Dustin Hoffman. L’attrice ha rifiutato di lasciare che il film ruotasse attorno al protagonista maschile ed ha riscritto un monologo che ha lasciato il segno. Inoltre, è il film che nel 1980 le ha fatto conquistate la statuetta più ambita di Hollywood, il premio Oscar come Miglior attrice non protagonista. Ne ha vinti altri 2, uno per ‘La scelta di Sophie’ nel 1982 e l’altro per ‘The Iron Lady’ nel 2011. Insieme a Ingrid Bergman e Frances McDormand, è la seconda donna con più statuette vinte agli Academy Award, preceduta da Katharine Hepburn (a quota quattro).
La carriera di Meryl Streep sul grande schermo è decollata nel 1978 con ‘Il cacciatore’ al fianco di Robert De Niro. Nel film di Michael Cimino, Streep ha scritto tutte le sue battute per dare sfumature e profondità al suo personaggio. Ma il ‘grande salto’ è avvenuto negli Anni 80 quando la Streep appare sul grande schermo con ruoli da protagonista che hanno esaltato il suo duro lavoro per reinventarsi ad ogni apparizione. Ne ‘La donna del tenente francese’ di Karel Reisz ha interpretato due ruoli. Ne ‘La scelta di Sophie’ di Alan J. Pakula, la sua recitazione affronta l’inconcepibile dilemma morale di una madre. Per questo personaggio ha studiato tedesco e polacco per acquisire l’accento. L’attrice è nota per la sua capacità di emulare qualsiasi accento. Un giorno qualcuno le ha chiesto come ci riuscisse e lei ha risposto “Ascolto”.
L’indimenticabile epopea storica e romantica di Sidney Pollack ‘La Mia Africa’ (1985) ha segnato un nuovo punto di svolta, in cui lei e Robert Redford hanno formato una delle coppie più leggendarie del cinema. Lungi dal limitarsi al registro dell’amore appassionato, Meryl Streep si è avventurata anche in personaggi più oscuri. In ‘Un grido nella notte’ di Fred Schepisi del 1988, in cui ha interpretato una madre accusata di infanticidio. La sua performance le è valsa il premio come migliore attrice al Festival di Cannes del 1989.
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Negli Anni 90 si è cimentata anche nella commedia ‘cruda’: ha sfidato gli stereotipi femminili in ‘Cartoline dall’inferno’ di Mike Nichols e ‘La morte diventa lei’ di Robert Zemeckis. Ne ‘I ponti di Madison County’ ha catturato lo schermo insieme a Clint Eastwood in una storia d’amore tanto impossibile quanto intramontabile, entrata nella storia del cinema.
Nel corso della sua carriera, Streep non si è mai risparmiata dal denunciare pubblicamente la posizione precaria delle donne nell’industria cinematografica. Consapevole delle problematiche relative alla rappresentazione delle donne nei film di Hollywood e desiderosa di incarnare tutte le loro sfaccettature in tutta la loro complessità e fragilità, la diva ha interpretato un’ampia varietà di ruoli e generi. Dopo ‘The Hours’ di Stephen Daldry e ‘The Last Show’di Robert Altman, sono arrivati due ruoli tanto divertenti quanto inaspettati attraverso cui ha lasciato il segno (ancora una volta). L’unica ed inimitabile Miranda Priestly, caporedattrice di una rivista di moda, ne ‘Il diavolo veste Prada.
Ma anche attraverso il ruolo di Donna, una hippie che organizza il matrimonio di sua figlia nel musical Mamma Mia!: una mamma e donna che ha cresciuto da sola su un’isola della Grecia la figlia Sophie, ormai prossima alle nozze. Sophie, che sogna di farsi accompagnare all’altare dal suo vero padre, invita al matrimonio tre uomini del passato di Donna.