Buon compleanno Martin Mystère, quarant’anni di indagini impossibili
Esordiva nelle edicole nell’aprile del 1982 il fumetto d’avventura Martin Mystère, incentrato sulle imprese intrise di fantascienza e soprannaturale del cosiddetto “Detective dell’Impossibile”. Sono passati esattamente 40 anni dalla prima apparizione di questo personaggio e “Wonderland”, in onda questa, martedì 26 aprile alle 23.25 su Rai 4 (canale 21 del digitale terrestre), vuole festeggiare questo importante anniversario.
Il magazine di Rai 4, per l’occasione, ha incontrato Alfredo Castelli, ideatore e sceneggiatore delle avventure del Detective dell’Impossibile. Un importante punto d’arrivo per l’autore dopo aver lavorato su altre storiche testate di Sergio Bonelli Editore come Zagor, Mister No e Ken Parker. Ma il successo di Martin Mystère ha portato la testata ideata da Castelli ad essere tra le più amate e vendute tra quelle della celebre casa editrice milanese: un grande affetto che dura da quarant’anni, da parte dei lettori, e che è ascrivibile sicuramente al mix di generi fantastico, avventuroso e storico che sta alla base delle storie del “buon vecchio zio Marty”, sempre all’insegna della fascinazione per tutto ciò che è “mistero”.
Creato dalla fertile penna di Alfredo Castelli nel 1982 e realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini, Martin Jacques Mystère è statunitense di nascita, ma si è formato culturalmente in Italia.
Vive a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti curiosi al numero 3/a di Washington Mews e pur essendo un vero e proprio “Detective dell’Impossibile” non è un detective nel senso stretto del termine. Non ha clienti che si rivolgono a lui e non esegue indagini su commissione, ma entra in azione soltanto se l’argomento lo interessa in modo particolare. E ciò che più gli interessa sono i “grandi enigmi” mai risolti, quelli cioè che la scienza “ufficiale” non prende in considerazione, da quelli archeologici a quelli storici, da quelli scientifici o parascientifici a quelli esoterici.
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Argomenti che esercitano l’inquietante attrazione dell’inesplicabile, che si fa ancora più intrigante perché avvolge la nostra società e il nostro tempo, dove il fantastico si scatena all’improvviso in ambienti apparentemente consueti e ordinari.
Martin Mystère non è assolutamente un super-eroe: è una persona “normale”, con tanti piccoli difetti che lo rendono “umano” e accattivante, che non si butta nel pericolo per il puro gusto di farlo.
Suo inseparabile compagno di avventure è Java, vero uomo di Neanderthal scovato in una “nicchia” preistorica in Mongolia e soltanto superficialmente civilizzatosi. Martin e Java formano una di quelle coppie “impossibili” che possono esistere unicamente nel mondo della fantasia. Una coppia ben più possibile è quella di Martin e sua moglie, l’affascinante e paziente Diana Lombard. Al loro fianco c’è spesso la svampita Angie, una bionda sexy con la tendenza a spogliarsi innocentemente di fronte a chiunque.
Nel corso delle sue avventure, Martin Mystère si è imbattuto più volte in reperti che provano l’esistenza dei continenti perduti di Atlantide e Mu, ma ogni ritrovamento è stato sistematicamente distrutto dagli Uomini in Nero, una sorta di setta secolare avversa a ogni scoperta o ipotesi che vada contro l’ordine costituito e la cultura ufficiale.
Un altro suo avversario ricorrente è Sergej Orloff, vecchio amico di gioventù divenuto in seguito un assassino senza scrupoli, che però tutti considerano un mecenate e un benefattore.
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