Bufera su Vittorio Sgarbi per un’intervista piena di parolacce e insulti al Museo Maxxi di Roma
Un fiume di parolacce e di volgarità gratuita: è polemica per l’ennesima intemerata (stavolta clamorosa quanto meno perchè fuori contesto) di Vittorio Sgarbi.
Il critico d’arte, che è sottosegretario alla Cultura del governo Meloni, non è nuovo al turpiloquio e ha tante volte fatto uscite foriere di polemiche. L’ultima è quella di ieri sera, quando è salito sul palco del museo Maxxi di Roma, in occasione dell’inaugurazione della stagione estiva. Intervistato da Morgan, si è lasciato sfuggire innumerevoli parolacce ed espressioni volgari, lasciando attoniti gli spettatori. Sul palco c’era anche il neo presidente del museo, Alessandro Giuli, a tratti visibilmente imbarazzato.
La serata di ieri sera ha avuto strascichi oggi, ancora non chiariti: alcune decine di dipendenti del Maxxi avrebbero infatti scritto una lettera di protesta al neodirettore Giuli, per esprimere rimostranze per quanto accaduto ieri sera. Il Pd, in una nota, denuncia il fatto che il neodirettore avrebbe convocato oggi alcuni lavoratori e avrebbe usato nei loro confronti “toni intimidatori“.
Qualche ora dopo arriva però una nota dei dipendenti della Fondazione Maxxi che esprime solidarità al direttore Giuli e parla di strumentalizzazione. Eccola: “Le dipendenti e i dipendenti della Fondazione Maxxi esprimono la propria solidarietà al presidente Alessandro Giuli per la strumentalizzazione mediatica e politica di una lettera riservata e personale in cui si esprimeva una riflessione collettiva. Alla lettera è seguita con immediatezza la risposta del presidente, con l’invito a un incontro importante e significativo”. Quindi quelli che il Pd aveva definito “incontri singoli”, in cui erano stati usati toni discutibili, nella nota dei dipendenti diventano “un incontro importante e significativo”.
BERLUSCONI E APICELLA
Ma intanto vediamo i fatti di ieri sera. E soprattutto le parole. In rete circola un video che riprende alcuni spezzoni dell’intervista di Sgarbi, quelli ‘incriminati’ in cui il critico d’arte profferisce parolacce a ruota libera. Uno è un passaggio che Sgarbi dedica a Berlusconi e attacca i magistrati: Sgarbi ricorda la “predilezione” dell’ex premier per Mariano Apicella e dice che il cantante è stato “poi condannato per queste storie di figa, uno che suona viene condannato, si capisce per la figa, cose impressionanti, i magistrati fanno così“.
LA TELEFONATA
Poi riceve una telefonata, è un numero sconosciuto: “Chi cazzo vuoi, ma chi cazzo sei, coglione testa di cazzo“, dice alla cornetta mentre è sul palco. Sgarbi avvicina il telefono al microfono e si sente una voce arrabbiatissima che grida “Passami Morgan“. Sgarbi, prima di ricominciare con gli improperi, dice: “Ma chi sei, Valsecchi?”. E poi: “No, no, non sei nessuno”. La scenetta appare, boh, come una gag, e molti spettatori ridono. Chissà se lo è.
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LA PROSTATA
Un’altra valanga di parolacce vanno in scena quando Sgarbi si mette a parlare di malattie e in particolare della prostata. “C’è un momento dfella vita in cui conosciamo un solo organo, il cazzo (e Morgan qui dice: “Sta citando Moravia, eh, non è una cosa volgare”). Poi dopo i 60 anni conosci altri organi, come il colon, il pancreas, la prostata. Io non sapevo neanche cosa fosse sta prostata, mai incontrata, a un certo punto sui 67 appare la prostata. A un certo punto tu devi fare i conti con questa troia puttana di merda che non ha mai incontrato. Il cazzo se ne va e arriva la prostata”.