Black Out-dietro le quinte del lockdown: la recensione di Bidibibodibibook
Riportiamo sic et simpliciter la recensione del libro “Black Out – dietro le quinte del lockdown” scritto dai giornalisti di The Walk of Fame – Magazine.
Il contributo è a cura della blogger Nadia di “Bidibibodibibook_ blog” ed è consultabile qui: BLACK OUT – Dietro le quinte del lockdown
“Un libro d’attualità che fa riflettere su questa pandemia, portandoci nel dietro le quinte di un mondo che ne ha risentito tantissimo e che ancora ne risente: quello dell’arte in tutte le sue forme
Lo scorso mese sono stata contattata da Antonella Valente, giornalista di un giovane ma già promettente magazine online chiamato “The Walk of Fame” (questo il sito web se volete andare a farci un giro: www.thewalkoffame.it).
Mi ha proposto la lettura del loro primo libro che si intitola “Black Out – Dietro le quinte del lockdown” e non mi sono lasciata sfuggire questa opportunità.
Anche perché ho sempre apprezzato chi presta voce e cuore ad argomenti attuali, soprattutto quando c’è di mezzo il mondo dell’arte, che amo e di cui anche la scrittura ne fa di certo parte.
Difficile non provare dei brividi di emozione tra le righe di questa interessante lettura, che mostra uno spaccato di verità che è destinato a rimanere nella storia per sempre.
Sugli autori
A scrivere questo libro ci sono più mani, e di conseguenza anche più anime e cuori.
C’è l’intera redazione di “The Walk of Fame Magazine”, che ha saputo raccogliere in un modo veramente eccelso tutti i momenti più salienti di questo duro colpo conosciuto da tutto il mondo col nome di Covid – 19, che ha stravolto, sconvolto e, haimè, anche distrutto molte vite e professioni.
Dietro ogni capitolo ci sono le parole di Laura Aurizzi, Marina Colauda, Licia De Vito, Federico Falcone, Fabio Iuliano, Ylenia Mazzarella, Sophia Melfi, Alberto Mutignani, Domenico Paris, Marielisa Serone D’Alò ed Antonella Valente.
Tutti questi autori, che hanno sempre pensato di portare al loro pubblico storie di arte e di intrattenimento come consuetudine comanda, si sono dovuti e saputi reinventare, divenendo portavoce di tutti quei disagi e problemi che il mondo dei media si è trovato a dover affrontare improvvisamente.
E chi meglio di una redazione che “nuota e vive” tra musica, cinema e teatro poteva dare un’immagine più nitida e mirata su questo problema?
Questo magazine ci ha provato, con l’uso delle parole e della scrittura, le loro armi vincenti a cui nessuno può restare indifferente, e se leggerete questo libro verrete catturati riga dopo riga da questo problema, comprendendo un po’ di più cosa hanno vissuto, e purtroppo stanno ancora in gran parte vivendo, la maggior parte degli artisti.
Spesso troppo dimenticati dal sistema e dalla società che ci governa.
Il libro
“Black Out” è un opera che già dal titolo sa catturare l’attenzione del suo pubblico.
Sì, perché da sempre questa parola inglese suona come cattiva, come la fine di tutto e la fobia di quel niente che potrebbe attenderci proprio quando tutto si rimette in moto.
A mio parere non poteva esserci nome più azzeccato per questo libro, poiché rispecchia proprio tutto quello che è contenuto al suo interno.
E’ un libro che nasce in piena pandemia e raccoglie e racconta tutti i momenti più decisivi, drammatici e pesanti di una primavera che non potremo mai dimenticare, e non solo perché l’abbiamo vista nascere e sbocciare dalle nostre finestre di casa, ma anche perché il nostro pensiero era già proiettato al domani, che per la prima volta ci è sembrato del tutto incerto sotto ogni punto di vista.
Leggere “Black Out” fa riflettere molto, sul mondo della musica, del teatro, ma anche della televisione, del cinema ed anche della pittura e della letteratura.
Si riflette su tutto quanto fa di noi italiani e della nostra Italia, una delle città più belle che purtroppo non sappiamo valorizzare a dovere.
Ci si arrabbia anche, leggendo questo libro, si prova un senso di rabbia quando si comprende come troppe volte il mondo dell’arte sia visto come un enorme “circo”, dove l’artista non è visto come dovrebbe essere guardato, ma lo si prende semplicemente come un fenomeno al quale non prestare la giusta tutela.
E’ triste infatti leggere di musicisti e di tutto il team che lavora nel settore dell’entertainment cadere in ginocchio senza che quasi nessuno se ne accorga, soprattutto perché, se ci si ferma a pensare un attimo, è spesso grazie a chi ha fatto dell’arte la sua ragione di vita e di professione che abbiamo saputo stare in casa con un po’ più di spensieratezza.
Chi non aveva la radio accesa? Chi non ha guardato un film in tv o in streaming ad esempio? E vogliamo parlare di tutte quelle compagnie teatrali che hanno cercato in tutti i modi di stare in qualche modo “vicino” al proprio pubblico anche stando lontani dai teatri?
La realtà è che l’arte è ovunque, qualcuno avrà riscoperto il piacere di sfogliare le pagine di un libro forse, qualcun altro avrà preso in mano la tavolozza dei colori e avrà iniziato a dipingere qualcosa su quella tela presa anni fa e messa chissà dove in solaio.
Ma anche in questo caso, è stata l’arte a stare vicino a chi era costretto a restare in casa per il proprio bene e di chi fuori metteva a rischio la sua vita per curare le vite degli altri.
Su questi e molti altri argomenti mi ha fatto riflettere “Black Out”, e questi giornalisti di The Walk of Fame Magazine hanno saputo riportare articoli, ma anche fare interviste che sanno dare il giusto peso a quello che abbiamo vissuto.
Ed è un libro che sono certa saprà portare alla luce riflessioni sempre nuove a chiunque avrà il piacere di dedicargli del tempo.
Quelle che avete appena finito di leggere sono solo le mie riflessioni, ci sono arrivata leggendo attentamente ogni pagina, ma sono curiosa di scoprire quale altra chiave di lettura voi saprete dare a quest’opera.
Che sono certa toccherà i cuori di molti lettori.
“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”
Pablo Neruda
Lo stile e le impressioni
“Black Out” è a mio parere nato con quel desiderio di non dimenticare un periodo storico che, come già accennato prima, è destinato a diventare storia, nel bene e nel male.
Quindi, i suoi autori lo hanno impostato con uno stile che non può passare di certo inosservato, è come un diario, se ci sofferma alle parti delle interviste, tra l’altro interviste non da poco.
Tra i tanti non di certo meno importanti, vi anticipo che vi troverete le parole di Carlo Lucarelli, di Pino Scotto ma anche di Piero Armenti.
Come potete ben comprendere, dunque, i settori toccati spaziano da quello musicale, artistico, letterario e del web, non manca proprio nulla, chiaro segno di una attenta valutazione e chiara voglia di non lasciare niente al caso.
Dopo le interviste ci sono altri tipi di categorie, di certo non meno importanti, come l’ambiente musicale, quella della radio e televisione, del cinema e del teatro ma anche dell’arte e della cultura.
Si racconta di tutto, da chi durante questo lockdown ci ha lasciato, causando un immenso dolore e vuoto in molti campi, ma anche di come spesso ci siamo uniti attraverso l’arte, come quando ci si trovava a cantare brani famosi in coro sui balconi.
Si parla di come grandi artisti si siano dati da fare dalle loro case attivando veri e propri concerti in streaming per beneficenze a favore di chi in questa pandemia necessitava di aiuto più di altri.
Ma anche dell’evoluzione del cinema, del modo di entrare nelle nostre vite sotto una forma del tutto nuova e del grande desiderio di trovare dei nuovi modi di far continuare a far vivere l’arte.
Per concludere, anche se ce ne sarebbero ancora molte di cose da dire riguardo a questo libro (ma che vi lascio scoprire leggendolo!), voglio premettere che c’è anche speranza per il futuro, tra le pagine di quest’opera, una speranza che prende vita grazie al grosso desiderio di tornare a far sognare i propri lettori, i propri fan, e tutti coloro che amano e che sosterranno l’arte in ogni sua forma.
Forse non sarà semplice, molte cose cambieranno inevitabilmente, ma una cosa è certa: gli artisti non lasceranno mai soli chi li ama, ma sarà in grado chi sta ai piani alti di tutelare gli artisti?
Bidibibodibibook cerca sempre la magia nelle sue letture, ed in questa qual è?
“La magia di questo libro è racchiusa nelle parole di chi vive di arte, nel desiderio di rinascita che spesso coglie il suo massimo splendore proprio dopo le più grandi cadute che possano accadere”