Battistero di Siena: quasi concluso il restauro del fonte battesimale
Si avvia verso la conclusione il restauro del fonte battesimale del battistero di San Giovanni nel complesso monumentale del Duomo di Siena. Gli esperti prevedono il termine dei lavori tra la fine del 2023 e il primo semestre del 2024.
Un emblema del Rinascimento
Dopo due anni ininterrotti di lavori giunge alla fase conclusiva il restauro del fonte battesimale di San Giovanni nel battistero del Duomo di Siena. Grazie all’azione congiunta tra la Soprintendenza di Siena Arezzo e Grosseto, l’Opera della Metropolitana e l’Opificio delle Pietre Dure, sta per tornare al suo antico splendore uno degli emblemi del Rinascimento.
Posizionato al centro del battistero, questo capolavoro in bronzo e smalto realizzato tra il 1417 e il 1431, costituisce il frutto della collaborazione dei più grandi scultori dell’epoca tra i quali Giovanni di Turino, Lorenzo Ghiberti, Donatello, Jacopo della Quercia.
Nello specifico il fonte è composto da una vasca esagonale nella quale si inseriscono sei specchi in bronzo dorato che raffigurano la vita di San Giovanni Battista; le preziose formelle sono, a loro volta, scandite dalle statue delle Virtù di cui due, Fede e Speranza, realizzate da Donatello. Tra gli episodi più significativi spiccano il Battesimo di Cristo di Lorenzo Ghiberti – suggestivo e raffinato rilievo in stiacciato che anticipa i principi della prospettiva rinascimentale – e il Banchetto di Erode, scena struggente e nota per la sua drammaticità, realizzata da Donatello nel 1427.
Leggi anche: “I libri e il fango nella Romagna allagata”: a Bologna una mostra e una raccolta fondi per le biblioteche alluvionate
Gli interventi di restauro
La complessità degli interventi conservativi per le opere in bronzo dorato e per gli elementi in marmo, ha richiesto indagini estremamente accurate e reiterate consultazioni nella definizione del programma di restauro. Ricercatori, restauratori, scienziati e accademici hanno messo in campo le più moderne strumentazioni diagnostiche e le analisi hanno rivelato, oltre al degrado delle superfici, anche una criticità strutturale imputabile all’umidità del battistero.
Per tali motivi si è resa necessaria una variazione delle metodologie e nuove soluzioni per abbassare il livello di vapore acqueo; in seguito è avvenuta la rimozione delle cornici e dei perni per garantire il ripristino dell’equilibrio statico, perso molto probabilmente durante la parziale ricostruzione post bellica.
Dallo scorso 7 agosto, dopo un sapiente intervento conservativo, gli elementi in bronzo dorato hanno fatto nuovamente il loro ingresso nel battistero: si tratta di quattro putti, una formella con la cattura di S. Giovanni Battista e una delle Virtù ovvero la Prudenza.
Leggi anche: Torre di Pisa: si festeggiano 850 anni dalla posa della prima pietra
Un lavoro di cooperazione
Prima della loro ricollocazione nel fregio del fonte, tali fondamentali opere rimarranno ancora per alcuni mesi in apposite teche espositive modificate con un sistema di ventilazione naturale al fine di preservarle dall’umidità relativa.
I visitatori possono ammirarle nelle vetrine illuminate poste ai lati del cantiere nel battistero, in attesa del completamento del restauro degli elementi lapidei, il tutto sotto l’attenta supervisione della Soprintendenza di Siena. Soltanto un simile lavoro di cooperazione tra professionisti diversi può consentire l’attuazione di un delicatissimo ripristino strutturale come questo.
In base a quanto dichiarato dal rettore Giovanni Minnucci: «Si tratta di un’operazione complessa che ha visto tutto il personale dell’Opera della Metropolitana di Siena impegnato – ciascuno secondo le proprie competenze – pienamente consapevole che le operazioni di manutenzione, conservazione e restauro costituiscono alcuni degli scopi principali dell’Ente, così come previsto dalle disposizioni statutarie».
Per visitare il fonte battesimale è necessario acquistare i biglietti d’ingresso al complesso monumentale del Duomo di Siena. Maggiori informazioni sul sito web https://operaduomo.siena.it .
Leggi anche: Carlo Caloro: “La nostra artQ13 tra ricerca e sperimentazione artistica”