Battaglia autenticità Guerriero di Capestrano, depositata ottemperanza al TAR
Continua la battaglia legale sull’autenticità del Guerriero di Capestrano, in seguito alla recente vittoria al TAR di Pescara da parte del regista Alessio Consorte. Il Tribunale ha condannato il Ministero della Cultura (Mic) a esibire i documenti relativi alle analisi XRF (fluorescenza a raggi X) riguardanti il Guerriero di Capestrano, la Dama e le Stele italiche. Tuttavia, la sentenza non è stata rispettata. Tali documenti secondo il Ministero avrebbero confermato l’originalità dei manufatti.
Invero, sono state fornite solo alcune fotocopie di analisi XRF, eseguite dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) nel 2005 sul Guerriero di Capestrano ed in parte sulla Dama ma tali misurazioni sono state condotte solo per testare un nuovo macchinario della ditta Assing S.p.A, senza l’obiettivo di verificare l’autenticità dei manufatti. E comunque, dopo un’attenta analisi dei dati ricevuti da parte di massimi esperti del settore, sono emerse gravi anomalie: la presenza di elementi come scandio, rubidio, titanio e rame, oltre alla mancanza di agenti atmosferici come cloruro, piombo e fosforo, rivelerebbero che il Guerriero e la Dama non sarebbero autentici; così come già ben dimostrato attraverso il film inchiesta “Il Guerriero mi pare strano” dello stesso regista.
Inoltre nel film sono stati pubblicati in esclusiva due grafici XRF del tutto inediti dove si evince la presenza di gesso sulla stesura del bianco e diverse anomalie chimiche sulla policromia del rosso presente sul Guerriero e sul rosso presente sulla Dama. Cosa alquanto singolare e molto sospetta per delle opere del VI a.C.
“Il Ministero non ha ottemperato alla sentenza e non abbiamo ancora ricevuto risposte alle domande della nostra diffida. Allo stato attuale i reperti sono senza ombra di dubbio del 1934” ha dichiarato Alessio Consorte, affiancato dall’Avvocato Luca Presutti del Foro di Sulmona. “Inoltre, la documentazione inviata, non risulta proveniente da un archivio ufficiale, non è correlata da un’attenta relazione scientifica e sarebbe stata fornita da un funzionario ormai in pensione; abbiamo chiesto chiarimenti sulla data di invio e di acquisizione di suddetta documentazione ma, il silenzio è assordante”.
Il caso ora torna al Tribunale Amministrativo per richiedere l’intervento di un commissario ad acta, al fine di far rispettare la sentenza e ottenere finalmente le prove richieste che il Ministero ha dichiarato di possedere.