“Archi di sangue”, il nuvo thriller di Giuseppe Pantano
“Archi di sangue” è la terza opera thriller di Giuseppe Pantano, un autore che deve certamente essere preso in considerazione, oltre che tenuto d’occhio.
Il primo personaggio che incontriamo sin dalla prima pagina è Antonia. È una donna che ha passato i 50 anni di età, avendone 55, e che ha una vita molto dura alle spalle. È cresciuta in Orfanotrofio dalle suore e non si è mai sentita accettata dal mondo. L’hanno educata troppo seriamente e l’hanno fatta sempre sentire inutile, oltre che un numero.
Molte di loro le avevano prospettato una vita religiosa, ma così per lei non è stato, anche perché -in realtà- non ha mai sentito quella vocazione. È stata adottata che era già grandicella e ha amato tantissimo i suoi genitori adottivi, che ora non ci sono più. È sola e non ha amiche con le quali trascorrere il tempo, magari per una colazione al bar. Per lei è un lusso farlo anche da sola, e quando lo fa una mattina apparentemente qualunque, riceve i complimenti del barista, perché lei è ancora molto avvenente e dotata di incredibile femminilità che -però- tende a nascondere un po’ troppo non solo per insicurezza ma anche per la paura che il compagno manifesti in modo troppo forte la sua folle e incessante gelosia.
Lui -infatti- non si può certo definire come un principe azzurro ma- al contrario- come uomo violento e dedito all’alcol. Chiaramente non era così quando lo ha incontrato qualche anno rima e quando se ne è perdutamente innamorata come una ragazzina. Era stato galante e romantico e la ricopriva di regali ma poi lo ha visto tramutare, e oggi al posto di baci e carezze le rivolge schiaffi e pugni. Vorrebbe ribellarsi e lasciarlo ma non sa come fare e ne tanto meno a chi chiedere aiuto.
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E quando fa capolinea nella sua vita anche uno sconosciuto che la segue e la pedina, quando esce per qualche commissione, lei comincia a tremare: chi è costui e che cosa vuole da lei? È forse un maniaco o comunque qualcuno che vuole farle del male? Oltre a lei ci sono anche altri grandi personaggi femminili come Caterina che è stata una giovane donna molto coraggiosa che ha sacrificato la sua vita per quella degli altri e che ha subito terribili violenze da parte di colui che avrebbe dovuto proteggerla ma che -invece- l’ha violata. Quando lei era ragazzina era ancora in vigore il diritto d’onore e nel Sud d’Italia era una vera vergogna restare incinta senza prima essersi sposata.
E che dire di Giuseppina? Una ragazza semplice ma che nel momento del bisogno non ha avuto alcuna paura e, prendendo tutto il coraggio che aveva nel petto a quattro mani, ha compiuto un gesto incredibile, ma che le è costato un prezzo troppo alto: la sua stessa vita. Entrambe stroncate ancora giovanissime per mano di un essere malvagio e spregevole con occhi che sprizzano odio da tutti i pori e non conosce la parola rispetto, pensando che tutto gli sia dovuto e che non si è mai pentito delle terribili nefandezze della quali si è macchiato nel corso della sua vita.
C’è rabbia ma anche tanta sofferenza in questo romanzo, che -purtroppo- è pure molto attuale perché anche oggi che siamo nel 2022 sentiamo ogni giorno alla TV o al TG episodi di violenza che vedono protagoniste donne di ogni età, uccise brutalmente da coloro che le hanno messe al mondo o che hanno promesso di amarle e proteggerle fino alla fine dei loro giorni. Figlie, mogli e madri che sovente hanno solo “la colpa” di essere semplicemente donne.