Apre a Milano Palazzo Citterio: il sogno della “Grande Brera” diventa realtà
Dopo oltre cinquant’anni di attesa è stata inaugurata la “Grande Brera”, un nuovo museo nel cuore di Milano. Palazzo Citterio, adeguatamente restaurato, si aggiunge alla Pinacoteca di Brera e alla Biblioteca Nazionale Braidense, ampliando ulteriormente il già ricco panorama artistico della città.
“Grande Brera”: uno spazio di ricerca culturale
A 52 anni dall’acquisto dell’edificio da parte dello Stato italiano, Palazzo Citterio spalanca finalmente le porte ai visitatori. Viene portato così a compimento l’ambizioso progetto di Franco Russoli, direttore della Pinacoteca di Brera dal 1957 al 1977, che immaginò una “Grande Brera”, quale innovativo spazio di sperimentazione e ricerca, aperto alle nuove generazioni e alle più recenti tendenze artistiche.
I rinnovati ambienti di quello che nel Settecento era Palazzo Fürstenberg (diventato in seguito Citterio), custodiscono ora oltre 200 opere, divise in due illustri raccolte: la collezione Emilio Jesi e la collezione Lamberto Vitali.
La prima include capolavori di Boccioni, Carrà, Rosai, Soffici, De Pisis, Martini, Severini, insieme a molti altri; la seconda invece si caratterizza per oggetti antichi, sculture e tavole medievali, ma anche per alcune preziose opere di Giorgio Morandi, artista al quale lo storico dell’arte milanese dedicò la maggior parte delle sue ricerche. Inoltre, in questi giorni, la generosa figlia di Lamberto, Chiara Vitali, ha contribuito ad ampliare il corpus morandiano di altri due ragguardevoli dipinti: Fiori (1920) e Paesaggio (1943).
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Le esposizioni in corso
Punto di continuità tra la Pinacoteca storica e il nuovo museo è la Sala 40, situata al piano nobile di Palazzo Citterio che ospita il dipinto Fiumana(1895)di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Oltre alle collezioni Jesi e Vitali, l’iter espositivo dell’edificio si compone anche di altri capolavori del XX secolo, alcuni di caratura internazionale.
Per avere un’idea complessiva, citiamo nomi di maestri come Modigliani, Carrà, Picasso, Bonnard, De Chirico, Savinio, Campigli, Melotti. Assolutamente degne di nota sono anche la raccolta degli Autoritratti minimi appartenuta a Cesare Zavattini e le Ventitré Fantasie di Mario Mafai, onirica serie di denuncia delle tragedie della guerra, regalata dall’ex presidente dell’associazione Amici di Brera, Aldo Bassetti, al neo polo culturale.
Al secondo piano e nell’ipogeo del Palazzo (quest’ultimo progettato da James Stirling) trovano invece luogo una serie di mostre temporanee: si parte con La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze, a cura di Luca Molinari, che esplora la storia e l’evoluzione del progetto Brera; si prosegue poi con Mario Ceroli. La forza di sognare ancora, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, che comprende dieci monumentali installazioni site specific; si segnala infine La Grande Brera in Braidense, esposizione che ricostruisce la storia della Biblioteca Nazionale Braidense attraverso novanta documenti in mostra nella Sala Maria Teresa.
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Gli interventi architettonici
Tutto nella “Grande Brera” è progettato nei minimi dettagli, anche gli impianti di illuminazione e le zone relax. Ad esaltare la brillantezza delle preziose opere esposte contribuisce l’impianto realizzato da Erco, leader internazionale per l’illuminazione di architetture e manufatti artistici; l’azienda italiana Goppion, eccellenza nostrana, fornisce invece le teche per custodire le opere d’arte.
Nel cortile inoltre spicca un padiglione in legno a forma di tempietto circolare, donato da Salone del Mobile Milano, per consentire ai visitatori di sedersi e concedersi qualche minuto di riposo. Tale spazio coperto, non a caso, rievoca la forma del tempietto bramantesco dipinto da Raffaello nello Sposalizio della Vergine, icona storica della Pinacoteca di Brera.
Gli interventi architettonici, a cura del dottor Mario Cucinella, hanno trasformato gli spazi del palazzo in raffinati salotti del XX secolo, capaci di accogliere circa mille visitatori al giorno. Ogni stanza è progettata per incentivare il dialogo tra le opere in mostra e l’architettura storica, mescolando armonicamente progresso tecnologico e antiche tradizioni.
A tal proposito, grazie alla collaborazione con il Meet Digital Culture Center, il museo accoglie l’opera generativa Renaissance Dreams di Refik Anadol, che si avvale di algoritmi matematici per reinterpretare immagini e testi rinascimentali.
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Uno sguardo al futuro
La riapertura di Palazzo Citterio rappresenta un momento storico fondamentale per Milano e per la cultura italiana in generale. Il sindaco Giuseppe Sala ha sottolineato che l’inaugurazione della “Grande Brera” è una dimostrazione concreta della città di rinnovarsi e aprirsi alle nuove tendenze culturali italiane ed internazionali. Anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha voluto esprimersi in merito, definendo il progetto un emblema di rigenerazione sociale e culturale. L’obiettivo principale è rendere “La Grande Brera” uno dei centri culturali più innovativi d’Europa.
Riportiamo le parole della vicedirettrice Chiara Rostagno: «Abbiamo avuto l’onore di portare a compimento il lavoro di tutti quelli che ci hanno preceduto in questi 52 anni. Il nostro compito è stato quello di averne cura: spero vediate il valore anche umano dietro la Grande Brera»; alle quali si aggiungono quelle del direttore Angelo Crespi: «Si apre ora una fase di sperimentazione, sicuramente fino al 15 gennaio e probabilmente fino al 1° maggio, con aperture quattro giorni a settimana – giovedì, venerdì, sabato e domenica – solo al pomeriggio. Il biglietto è singolo, ma poi sarà integrato con la Pinacoteca».
Per chi volesse maggiori informazioni, è possibile collegarsi al sito web www.pinacotecabrera.org/grande-brera.
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