“La diga ombra” di Antonio Bux, la poesia sulla società
Antonio Bux, classe ’82, si sta giustamente ponendo nel panorama poetico e letterario italiano come voce originale che ben riassume, in un linguaggio personalissimo e comunicativo, gli umori, i dubbi, la crisi identitaria della nostra società.
È voce coscienziosa che possiede una poesia quasi eterea e tuttavia sempre affacciata alla quotidianità delle cose. Il libro La Diga Ombra, edito da Nottetempo, ben rappresenta un’opera di gran respiro che raccoglie una domanda sostanziale e difficilissima: che cos’è la poesia? Bux tenta con tenacia di superare quell’ombra con una fusione di sogno e linguaggio quotidiano, declinato a una vita poetica composta da parole che costruiscono la sua realtà, le sue ispirazioni; i versi si offrono con originale ricchezza e qualità artistica, e la poesia si rafforza con analogie combinate in un linguaggio prettamente contemporaneo e attento a termini comuni.
Ecco perché l’impatto comunicativo è forte, sorprendente, e la silloge assomma con grande intensità tutte le sue istanze letterarie. Soprattutto in queste pagine, la poesia – che quasi sembra farsi confessionale – trova una forma colloquiale, un dialogo con se stesso, con originale rifinitezza di pensiero; una scrittura e un atto creativi sognanti, pur con l’incessante paura di essere diverso, inconoscibile a se stesso:
“[…] più nulla per sentirsi uniti, sereni e prossimi
all’incontro buio, in quella fiamma
di cercare altrove sicuri
l’oscuro solamente e poi diventarlo”.
In quasi dieci anni, dal suo esordio con Trilogia dello Zero, nel 2012, per i tipi di Marco Saya, Antonio Bux ha fatto esperienza di un’evoluzione poetica esaltante, un affondo misterioso quanto ammirevole nel linguaggio che risulta sempre molto coinvolgimento e serrato.
Con La Diga Ombra, Bux ci offre un libro raro per profondità e coinvolgimento.