Angelo Duro a Sanremo: tra trasgressione e ipocrisia, scandalo e gelo
Ultimo ospite della seconda serata del Festival è stato il comico (ed ex-Iena) Angelo Duro la cui scomodità e scorrettezza politica sono state chiaramente anticipate dalla presentazione del padrone di casa. Dopo la pubblicità e la precisazione di Fedez per scagionare la Rai da ogni responsabilità per il suo testo, Amadeus esordisce con un curioso invito:
“Vi invito a cambiare canale, non è un invito per tutti. È rivolto ai moralisti, agli animi più sensibili, a quelli che si indignano. Cambiate canale per 7-8 minuti: noi ridiamo e voi non brontolate. È una vostra scelta libera: non avete cambiato canale? E allora beccatevi Angelo Duro”.
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Così il comico siciliano esordisce sul palco dell’Ariston creando un’atmosfera a metà tra l’esilarante e l’imbarazzo restando in silenzio per una trentina di secondi. Angelo Duro inizia il suo quarto d’ora dicendosi orgoglioso del suo lavoro: “Ora finalmente dopo tanti anni ho un lavoro, questo qui, di parlare in pubblico. E mi pagano pure, bravi. Mi sto prendendo le mie soddisfazioni, quando vado a fare i colloqui e mi assumono li mando a fare in culo io.“. Seguono le dure riflessioni sulla ricerca del lavoro, sugli insulti di chi non credeva in lui, sulla tristezza non dell’essere un contadino, ma dell’essere un contadino con la laurea.
Suscita le prime risate di un pubblico spiazzato parlando dei privilegi del secondogenito che si trova la strada spianata dalle delusioni e ca**ate fatte dal primo. Ricordando come l’America abbia preso il nome non di Colombo ma di chi ci tornò per secondo, Duro si vanta del non voler partecipare alla corsa ai primi.
Angelo si scaglia poi contro la disperata ricerca della trasgressione. E si vanta di essere uno dei pochi rimasti a potersi dire trasgressivo, lui che non ha ancora tatuaggi e che riesce a “dire ca**ate da astemio“. Su queste parole il comico alza la maglietta e abbassa i pantaloni mostrando a tutti le mutande scure che risaltano sul suo bianco candore. Questa è trasgressione, falla la foto. Poi si prende tutto il tempo per ricomporsi.
Ma la durezza del comico dissacrante deve ancora arrivare: sul filo della trasgressione, Angelo Duro si vanta di essere fidanzato da 14 anni. Il segreto della longevità della sua relazione? “La tradisco regolarmente, per questo stiamo insieme. Io glielo dico, per il bene del rapporto. Non sono come i maschi a casa che tanto amate e poi si scopano le altre.” Da qui l’invito alla comunicazione, al parlare anche delle posizioni preferite – che altrimenti le mogli faranno con un altro dopo un faticosissimo divorzio. E poi l’elogio all’attività più antica di sempre, chiave del successo dei longevi matrimoni dei “vecchi saggi”: andare a puttane. Angelo Duro si rivolge proprio alle donne, chiedendo loro se non preferirebbero sapere che i propri mariti spendano quei 50 euro una volta al mese piuttosto che le tradiscano con le care amiche che si indignano fintamente ascoltandole piangere.
“Avete pregiudizi sulle puttane. Siete voi che volete che le vostre amiche diventino puttane, e non vi fate invece amiche le puttane. Non lo capite che vi salva il matrimonio. Mo’ pensateci e date una risposta tra cinque secondi. Vi saluto”
Così il comico se ne va, facendo il dito medio al pubblico e lasciando un imbarazzato silenzio dietro di sé. Dopo un applauso su cui nessuno avrebbe messo la mano sul fuoco, Amadeus si rimpadronisce del palco e lo ringrazia dicendo “Può essere l’inizio della sua carriera e la fine della mia“.
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Come prevedibile, al mattino seguente, la più temuta critica – la vox populi sui social – è letteralmente spaccata in due: chi apprezza il coraggio e la semplicità con cui il comico è capace di tirar fuori delle opinioni impopolari ma largamente diffuse e condivise, se non fosse una certa ritrosia tiene nascoste. Dall’altra parte una valanga di critiche.
C’è chi grida alla volgarità, alla mancanza di etica di Amadeus e dell’intera Rai, al cattivo esempio che rovina l’impegno dei genitori nell’educazione. Ma Angelo Duro era ben consapevole di avere carta bianca in un orario in cui i bambini dovrebbero essere a letto: esordisce infatti dicendo “Mi ha detto che potevo dire tutto quello che volevo: ci credo, è l’una meno dieci. ‘Sto cretino“. E chi ha scelto di non cambiare canale era stato avvisato.
I meno incalliti attaccano la mancanza di comicità, del movere risum (la capacità di suscitare il riso secondo Cicerone). Ma chi segue Angelo Duro (nei suoi eventi sold out degli ultimi due anni o sui suoi video da milioni di stream), sa che la sua comicità si basa su questo: sulle pause inopportune, sulla scorrettezza politica, sul creare gelo e scandalo. Forse piuttosto che sulla tecnica di comunicazione, dovremmo porci domande sul perché queste nude e crude (letteralmente) verità creino ancora tanto scompiglio e imbarazzo. Sulla necessità di cercare di essere trasgressivi nel parlare di trasgressione e di quanto possa far gridare all’oscenità un paio di mutande su un corpo maschile o il solito topic dell’adulterio.
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Forse il pubblico dell’Ariston, storicamente ingessato e conservatore, non era il più pronto a ricevere le frecciatine, anzi la valanga di Duro. Ma di fronte ad una fredda e prevedibile reazione in sala, fa quasi più paura leggere come una metà del pubblico da casa si scateni sui social parlando di malattia mentale o gridando allo scempio e alla vergogna per l’Italia intera. E questi sono solo pochi dei commenti rigorosamente sgrammaticati, scritti con abbreviazioni che qualche adolescente usava nei primi 2000. Preferibilmente in stampatello tutto maiuscolo e magari accompagnati da una bandiera tricolore.
Forse c’è da chiedersi perché le mutande di Duro creino più scompiglio di chi l’intimo non lo indossa. Soprattutto perché generi attacchi al pudore da parte di chi ha apprezzato il vestito della Ferragni, lo scollo di Mara Sattei o della ormai quasi dimenticata farfallina di Belen.
Certamente, la comicità è qualcosa di fortemente soggettivo, anche più del gusto per le canzoni in gara. Non tutti hanno riso con Angelo Duro, ma neanche sono rimasti scandalizzati. Qualcuno ha colto uno spunto per riflettere sulla società odierna, come ha detto un Gianni Morandi a detta di Amadeus rimasto pietrificato. Qualcuno sarà rimasto indifferente o semplicemente curioso di vedere quanto scompiglio possano creare certe affermazioni in un 2023 ipoteticamente moderno e senza tabù.
Risate o meno, Angelo Duro porta a casa l’obiettivo e lascia il pubblico di Sanremo un po’ così. In mutande. Ma giusto il tempo di un post (o di un commento) sui social.
Guarda il video su raiplay su questo link.