Angelique Cavallari inedita: la musica, il silenzio e un’Italia da scoprire con il cinema d’autore
Intervistata in esclusiva da The Walk Of Fame, Angelique Cavallari, attrice italo – francese mette a nudo emozioni e ambizioni, passioni e prospettive per un futuro positivo, dove l’emergenza Coronavirus sarà solo un ricordo. Nel mentre, però, è stata arrestata la produzione de “La Nuit”, cortometraggio che la vede protagonista e che mira a lanciarla verso il cinema italiano che conta.
Era prevista l’uscita del cortometraggio di Stefano Odoardi “La Nuit”, che ti vedeva coinvolta ma a causa dell’emergenza Coronavirus è stato tutto rimandato. Come hai accolto questo cambio di programma?
E’ il corso della vita. Alcune cose sono inevitabili, come questa pandemia ad esempio, e quindi ho accolto questo cambio con pazienza.
“La Nuit” è stato girato tra Foggia, Lucera e Pescara. Cosa ti ha colpito di più di questi luoghi?
Foggia mi ha colpito soprattutto la notte. Avendo girato una scena su di un terrazzo la vista sulla citta con le sue sue luci era molto suggestiva e metafisica. A Lucera abbiamo girato la scena del primo concerto al meraviglioso Teatro Garibaldi, un bijoux della storia italiana, meraviglioso. A Pescara c’è una grande contemporaneità, gallerie, artisti d’avanguardia, un fermento di ricerca. Questa a mio parere è una grande risorsa per il nostro paese.
Nel corto interpreti Lelè, una cantante e compositrice di musica elettronica e realmente i brani sono stati composti e scritti da te. Quanta importanza dai alla musica? Che ruolo svolge nella tua vita?
Moltissima. La musica è parte integrante e quotidiana della mia vita e paradossalmente sono anche una grande amante del silenzio. La musica, in primis da ascoltatrice. Spazio senza limiti tra generi antichi e nuove scoperte. Mi piace moltissimo questo viaggio tra le vibrazioni sonore, è diretto all’anima, senza i filtri della ragione. Per quanto riguarda la composizione, la esploro da qualche anno sia da sola che con dei collaboratori, è un universo ricchissimo e senza confini.
Hai collaborato con Stefano Odoardi anche nei primi due capitoli della trilogia “Mancanza”. “Inferno”, il primo, è stato girato tra le macerie de L’Aquila. “Purgatorio”, il secondo, è ambientato in Sardegna. Qui sei protagonista di un viaggio verso l’ignoto, dove tutto appare lontano dalla realtà. Ti è mai capitato di sentirti così nella vita?
Paradossalmente essere “lontani dalla realtà ” è un concetto discutibile, come lo è anche il concetto di realtà.. Partendo dal fatto che ognuno ha un approccio molto intimo e personale con la realtà che vive e vede e che ha uno sguardo tutto proprio sulle cose e che muta con il tempo. Oltretutto posso affermare di essere una persona alquanto lucida, concreta e oggettiva ma anche percettiva ed intuitiva allo stesso tempo e la sublimazione della realtà, l’esserne “lontani” per me è semplicemente una visione altra. Una scelta in più e diversa, uno sguardo che permette altre chiavi di lettura.
Ti abbiamo vista in “Seguimi” (2017) diretta questa volta da Claudio Sestieri. È un film molto particolare, di quelli che non siamo abituati a vedere tra le proposte del nostro cinema e per questo ti chiedo: come è stato vestire i panni di Marta?
E’ stato molto arricchente. Per interpretare Marta sono dovuta andare a cercare lontano da quel che già conoscevo di me e ho esplorato i meandri di questo personaggio con molta attenzione e cura. E’ un po’ quello che ogni attore spera di poter fare nella propria carriera. Marta è un personaggio cosi delicato e sofferente, abbandonato totalmente a sé stesso. Cosi estremo e silenzioso al tempo stesso e con un bisogno d’amore cosi disperato. Per Marta ho approfondito anche lo studio della malattia mentale. Ho vissuto questa esperienza in maniera viscerale e con molto amore, ma è un po’ cosi per ogni cosa che intraprendo in fin dei conti…
Cosa ti ha colpito di più del suo personaggio?
Il suo meccanismo inconscio ed inconsapevole di difesa e di sopravvivenza all’estremo dolore che sta vivendo. Un dolore senza fondo, purtroppo. Chissà quante persone soffrono cosi tanto, nell’indifferenza comune. Quando penso a Marta serbo in cuore per lei una grande tenerezza.
A quale attore o attrice ti ispiri?
Nutro profonda stima per Romy Schneider, Setsuko Hara, Charlize Theron, Renée Jeanne Falconetti.
L’emergenza che stiamo vivendo ha colpito tutti noi e in particolar modo il mondo del cinema. Come viene percepito ed elaborato tutto questo caos da parte di un’attrice?
Personalmente sono fiduciosa in una ripresa ed in un netto miglioramento su molti aspetti che riguardano l’argomento cinema in Italia. Una nuova visione da parte di tutti i reparti che compongono il settore cinema e una grande e profonda rimessa in discussione di valori che forse avevano bisogno di una rinfrescata per una costruttivo miglioramento globale