Andy e Norman arriva al teatro Lyrick. La prima fu nel 1966 a New York
Arriva sul palco del Lyrick di Assisi il prossimo 29 febbraio (ore 21.15), nell’ambito della stagione “Via col venti”, il duo comico Gigi e Ross che debutta a teatro con la commedia “Andy e Norman”, fiaba moderna del commediografo newyorkese Neil Simon, messa in scena con grande successo a Broadway nel 1966. Con loro sul palco Arianna Di Stefano, la regia e l’adattamento sono a cura di Alessandro Benvenuti, che firmò la storica edizione con Gaspare e Zuzzurro.
La vicenda ruota attorno a due scapoli, appunto Andy e Norman, che dividono lo stesso appartamento e con grandi difficoltà dirigono e producono una rivista alternativa. Purtroppo, sono costantemente alle prese con una cronica indisponibilità economica. Ad alterare il già precario equilibrio tra i due ci penserà Sophie, attraente ragazza americana trasferitasi da poco nell’abitazione accanto.
L’avvenenza di Sophie lascerà senza fiato Norman, il quale ne rimarrà estasiato al punto da iniziare una spietata corte che darà vita a momenti di grande comicità; compito di Andy sarà invece quello di ricondurre Norman alla ragione, anche perché, avendo perso letteralmente la testa, in pratica smette di lavorare. Si intreccia, quindi, un rapporto a tre, in cui i personaggi si muovono all’interno delle maglie di una trama ricca di situazioni esilaranti. Il testo illustra con armonia e sarcasmo le nevrosi dell’uomo contemporaneo, esaltandone i toni più comici. Il risultato è una commedia divertente e sempre attuale.
Note di regia di Alessandro Benvenuti
“Andy e Norman è una storia di amicizia fra due uomini prima, e poi fra i due uomini di prima e una donna all’improvviso… Ma è anche una storia d’amore in tempi simultanei degli stessi due uomini verso la medesima improvvisa donna. Amore perché ci si può innamorare anche solo dell’amore in sé e farsi da esso sbatacchiare emotivamente, o amore come sentimento di completo trasporto tenuto ben nascosto verso una lei o un lui precisi perché… capita che dal nulla, a volte, il caso faccia scaturire una scintilla di vita fra un lui e una lei o viceversa… o viceversa ancora e ancora e ancora viceversa.
Se vi sembra che il concetto sia un po’ troppo ripetitivo o abbia qualche stramba nota di surreale, si, è così; ma la sensazione è dovuta solo al fatto che i tre personaggi di cui vi parlo sono decisamente strambi e anche sanamente surreali. O se vi sembra che la storia sia solo e tutta qui… allora vi chiederei l’atto di fiducia di farvela raccontare perché c’è modo e modo di narrare una storia semplice, e quello che abbiamo scelto noi è decisamente stravagante e pieno di piccole inattese epifanie. Da sempre mi piace, nel dirigere colleghi attori, cogliere attraverso il loro talento le malattie curiose della natura umana.
Il genere comico è un ottimo modo di raccontare le nostre imperfezioni avendo sempre, e ben presente come scopo finale quello di regalare non tanto una soluzione o un’assoluzione (ma poi da che?) al pubblico, ma piuttosto regalare uno specchio elegante e lindo dentro al quale, se non guarirci, almeno sorvegliare le nostre febbricitanti, piccole, indifese anime”.