“Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles”: le dinamiche del plagio nella storia della musica
Ben affollata la sala “Gran Guizza” di Popoli Terme (Pescara) in occasione della conferenza sulla storia e le disfunzioni del plagio musicale dal titolo semi-paradossale “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles”. L’occasione è stata la presentazione dell’omonimo libro di Michele Bovi, giornalista, storico caporedattore del Tg2, oltre che capostruttura di Rai1. Sua, fra l’altro, la creazione del programma “Techetechetè”.
Presenti, oltre all’autore, Paolo Dossena, autore, discografico ed editore musicale di lungo corso (sua, fra l’altro, la creazione di “Pazza idea” canzone portata al successo da Patty Pravo e oggi amministratore di repertori musicali di artisti del calibro di Louis Bacalov, Riccardo Cocciante o Fabrizio de André) e Johnny Charlton, musicista anche lui di lunga esperienza, noto per essere stato a lungo il chitarrista del complesso musicale “The Rokes” guidato da Shel Shapiro.
Davanti a un pubblico numeroso e interessato, i relatori hanno raccontato anni di gestione più meno disinvolta della musica italiana, dagli anni ’60 fino ai “Maneskin”. Non sono mancate vere e proprie sorprese “denunciate” da alcuni oratori, sui tentativi, spesso riusciti, di “abbindolare” musicisti agli inizi della carriera e per questo ancora inesperti (fra i quali è possibile citare nomi del calibro di Gino Paoli, Francesco Guccini o gli stessi “The Rokes”) al solo scopo di aumentare i propri profitti economici senza voler riconoscere i diritti del legittimi titolari.
Presente inoltre l’editore musicale e discografico abruzzese Nicola Battista che ha impreziosito la discussione con un resoconto dettagliato e divertente sulla storia del campionamento musicale, che, contrariamente a quanto si pensa, non nasce con l’avvento dei moderni computer ma risale al lontano 1924.