Amazon Prime, da settembre previsti aumenti degli abbonamenti
In una mail agli abbonati, Amazon fa sapere che da settembre il costo dell’abbonamento Prime mensile aumenterà da 3,99€ a 4,99€ al mese. Mentre l’annuale salirà da 36€ a 49,90€.
Nel messaggio arrivato agli utenti la società di Bezos sottolinea come in Italia è dal 2018 che non aumenta il prezzo mentre nel frattempo il prodotto sia migliorato sia in termini di quantità che di qualità.
Per quanto riguarda l’intrattenimento, si legge: “Abbiamo aggiunto sempre più intrattenimento digitale di qualità, come serie TV, film, musica, giochi e libri. In particolare, Prime Video ha ampliato la raccolta di serie e film Amazon Originals e ha attivato l’accesso allo sport dal vivo, come la UEFA Champions League”.
Quindi, nonostante la situazione economica italiana attuale, l’azienda americana decide di non andare incontro ai propri clienti in termini di spesa. Probabilmente aumentano i servizi, aumentano i dipendenti (con tutte le critiche annesse delle condizioni di lavoro svelate in questi anni), vengono velocizzate le consegne, ma il tutto ha un costo. Che ricade, necessariamente, sugli utenti finali.
Prime Video dunque si adegua alla scelta di Netflix, la quale recentemente ha scelto di aggiungere costi extra per i profili secondari degli abbonamenti, partendo dal mercato in Cile, Perù e Costa Rica.
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La prova di un aumento dei prezzi della piattaforma streaming era stata in parte causata da un calo degli abbonamenti e dal blocco del mercato russo. Ora la società statunitense starebbe pensando ad un abbonamento dal costo inferiore ma che prevede l’inserimento di pubblicità all’interno di film e serie TV. Una vera novità per quanto riguarda questo settore, la cui vera forza iniziale fu proprio quella di offrire intrattenimento senza interruzione pubblicitaria tipica delle tv statali e private fino a qualche anno fa.
“Ad aprile abbiamo annunciato che introdurremo un nuovo piano di abbonamento supportato da pubblicità per i consumatori, oltre ai nostri piani di base, standard e premium senza pubblicità esistenti” scrisse Netflix nel proprio comunicato. “Oggi (aprile ndr) siamo lieti di annunciare che abbiamo selezionato Microsoft come nostro partner di vendita e tecnologia pubblicitaria globale”.
Il CEO di Netflix Reed Hastings aveva comunque tenuto a spiegare le proprie motivazioni di questa idea: “Coloro che hanno seguito Netflix sanno che sono stato contrario alla presenza della pubblicità e sono un grande fan della semplicità degli abbonamenti”.
“Ma per quanto ne sia un fan- continuò- sono anche un grande fan dei consumatori a cui piace avere un prezzo più basso. Questi consumatori infatti sono tolleranti alla pubblicità per ottenere ciò che cercano e vogliono dal nostro servizio” sottolineando però che la svolta sarebbe arrivata nell’arco di 1 o 2 anni.
Gli italiani, che hanno divorato film e serie tv durante l’obbligo di rimanere a casa durante il lockdown, devono cominciare a mettersi l’anima in pace. Probabilmente per ora non si arriverà ad un costo pari agli Stati Uniti (dove l’abbonamento di Amazon Prime costa 139 dollari l’anno), ma un piccolo passo, che si spera non diventi un’abitudine annuale, è stato fatto.
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