“Matt Damon offende la mia reputazione”, l’accusa di Amanda Knox sul film prossimo all’uscita
Amanda Knox torna a far parlare di sé. Questa volta per una diatriba contro Matt Damon.
L’attore hollywoodiano e il regista Tom McCarthy con il film “La ragazza di Stillwater” avrebbero, secondo la 34enne, sfruttato la sua storia.
La pellicola è stata presentata fuori concorso al Festival di Cannes dove ha ricevuto una standing ovation di cinque minuti. Uscirà nelle sale italiane in autunno, il 9 settembre.
«Il mio nome non mi appartiene? La mia faccia? La mia storia? Torno su queste domande perché altri continuano a trarre profitto dal mio nome, viso e storia senza il mio consenso». Questo è quanto Amanda Knox ha scritto su Twitter.
Il regista aveva affermato di aver preso ispirazione dalla vicenda che coinvolse l’ex studentessa americana di stanza a Perugia, accusata insieme a Raffaele Sollecito dell’omicidio di Meredith Kercher. L’assassinio consumatosi nel capoluogo umbro nel novembre del 2007 costò all’allora ventenne di Seattle alcuni anni di carcere in Italia fino ad arrivare all’assoluzione definitiva dalla Corte di Cassazione nel 2015.
Nonostante ciò il film si discosterebbe in molti punti dalla storia reale.
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Né McCarthy né Damon avrebbero contattato la Knox nella scrittura del film che rovinerebbe la sua reputazione distorcendo la realtà dei fatti. Il film, a detta della donna, la farebbe apparire sotto una luce negativa. Secondo lei infatti «trasformando in finzione la mia innocenza, la mia totale mancanza di coinvolgimento, cancellando il ruolo delle autorità nella mia condanna ingiusta McCarthy consolida l’immagine di me come persona colpevole e inaffidabile».
Tra il film e la vicenda perugina ci sono molti punti in comune. Molte le incomprensioni linguistiche, culturali, legali. Come Amanda Knox anche la protagonista Allison, interpretata da Abigail Breslin, sconterà alcuni anni di carcere lontano da casa, mentre Matt Damon (Bill Baker), punta di diamante del cast, andrà a Marsiglia per aiutarla.
Le somiglianze sono dunque molte. La storia di quella notte umbra di 14 anni fa ancora continua a far parlare. E l’oblio e anonimato che ricerca la statunitense non è ancora qualcosa semplice da raggiungere.