Amadeus e Fiorello lasciano Sanremo: è tempo di bilanci
“Sanremo si Ama. Sempre.“
Con questo gioco di parole, diventato un inconfondibile marchio di fabbrica, Amadeus ha concluso la sua quinquennale esperienza a Sanremo. Con lui l’immancabile spalla e amico di una vita, Rosario Fiorello, per gli amici (tra cui ormai anche noi) Ciuri.
Dopo la vittoria di Angelina Mango, la 74esima edizione del Festival di Sanremo si è conclusa con gli Amarello (Amadeus e Fiorello) che lasciano l’Ariston a bordo di una carrozza bianca e dorata degna di un matrimonio Disney, affacciandosi insieme dal finestrino a forma di cuore.
Un matrimonio perfettamente riuscito: ne abbiamo avuto la prova nella finale di ieri sera in cui per la prima (e in teoria ultima) volta Fiorello – che si definisce “cintura nera di villaggio turistico” – è stato sul palco per l’intera durata dell’evento in qualità di co-conduttore.
“In teoria” perché in fondo in fondo tutti abbiamo pensato che non si trattasse di un vero addio. Eppure in conferenza stampa ieri Fiorello ha affermato: “[Amadeus] Non è così stupido da fare la sesta edizione, a maggior ragione con questi risultati. Chiudere in alto è la cosa migliore che si possa fare“.
Il Festival di Amadeus ha effettivamente superato ogni record raggiungendo il 67,8% di share nella quarta serata con ben 11.893.000 spettatori .
Mentre ci chiediamo chi sostituirà Amadeus per Sanremo 2025 (alcune fonti ipotizzano Alessandro Cattelan), è tempo di bilanci per uno dei direttori artistici più rivoluzionari della storia del Festival.
Uno spartiacque
Piaccia o meno, nella storia della kermesse musicale italiana esiste un pre- e un post Amadeus. Infatti tra il 2020 e il 2024, il Festival di Sanremo ha raggiunto l’apice della sua storia. Se la versione di Ama, in alcuni casi, a qualcuno ha fatto storcere il naso, bisogna ammettere che tecnicamente sia stato impareggiabile.
La gara musicale è diventato un fenomeno di massa su cui è inevitabile essere informati. Basti pensare a come il Tg1 sia diventato un contenitore costantemente aperto agli annunci in diretta di Amadeus, agli innumerevoli post su social e stampa. O ancora a come il colosso Netflix si sia fatto da parte nell’ultima settimana, sfruttando Sanremo a scopi pubblicitari. Del tipo “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico.”
Le scelte musicali
Portando a termine il lavoro iniziato da Carlo Conti, seguito da Claudio Baglioni, Amadeus è riuscito a realizzare definitivamente un processo di svecchiamento di Sanremo.
Nei cinque anni diretti da Amadeus abbiamo sentito canzoni accattivanti, artiste e artisti provenienti da mondi musicali diversi, capaci di strizzare l’occhio ad ascoltatori più giovani. Ha infatti portato sul palco nomi che sembravano assolutamente incompatibili con il Festival: non avremmo mai pensato di vedere Lazza, Il Tre o Blanco in gara, o ancora Gué e Luché con il chiacchieratissimo Geolier. Come non avremmo immaginato Madame, Fred De Palma, Ariete o Ana Mena.
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Quello dell’Ariston è tornato a essere un palco che artisti già affermati e con uno standard elevato non temono più: è il caso del grande ritorno di Elisa o Giorgia.
Amadeus è riuscito anche a rendere appetibili ai più giovani dei nomi di grande risalto nel passato, anche se non sempre per le competenze musicali: è il caso di Orietta Berti, I Cugini di Campagna o dei più recenti Ricchi e Poveri.
Sul palco di Sanremo sono tornati Massimo Ranieri, Gianni Morandi, Al Bano, Iva Zanicchi, Loredana Bertè, Pooh (uniti o sfusi). Ma al loro fianco c’erano anche Maneskin, Blanco, Marco Mengoni, Dargen D’Amico, Diodato, Colapesce e Di Martino, Elettra Lamborghini, Irama, Elodie, Annalisa, Big Mama o Rose Villain.
Per capire l’impatto musicale di Amadeus basta un dato: negli ultimi quattro anni la classifica dei dieci brani più ascoltati e venduti in Italia è stata monopolizzata da brani sanremesi.
L’estensione di Sanremo
La kermesse musicale si è estesa anche nel senso letterale del termine. Il Festival si è infatti diffuso su tutta la città: nelle piazze, nei Glass, nei palchi all’esterno, nelle strutture della stampa e del PrimaFestival, nei ristoranti, nei palazzi, nelle strade in cui tornano a riversarsi fan e curiosi. E se non bastasse, Sanremo cammina sull’acqua: a bordo della crociera Costa Smeralda.
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La digitalizzazione
Amadeus ha modificato sostanzialmente la scrittura televisiva di Sanremo, che diventa iper social con continui rimandi a Instagram come pedina fondamentale del racconto.
Basti ricordare che Amadeus ha aperto il suo account Instagram in diretta insieme all’influencer Chiara Ferragni, pubblicando sul suo profilo quello che accade sul palco. Una trovata transmediatica geniale che ha però anche le sue controindicazioni, visto che l’anno dopo la Rai è stata multata per pubblicità occulta della piattaforma.
Un altro esempio: il coinvolgimento di influencer come la già citata Ferragni o i tiktoker Mattia Stanga e Daniele Cabras alla conduzione del PrimaFestival.
Sanremo inoltre è diventato un’incommensurabile fonte di meme e di puro trash. Ma anche il perfetto palcoscenico per momenti di riflessione e affrontare tematiche importanti.
Fenomeno ancora più significativo quello del FantaSanremo, il gioco virtuale che ha capitalizzato e digitalizzato il concetto di gruppo d’ascolto. Un gioco molto semplice e poco impegnativo per gli spettatori che devono organizzare e gestire squadre virtuali formate da cinque degli artisti in gara. In base a quello che succede durante le esibizioni, secondo un regolamento molto dettagliato, i partecipanti accumulano bonus e malus. Sta quindi ai cantanti mettersi in gioco, creando interazioni con il pubblico a casa e invogliando ad esaminare la diretta nel dettaglio. Ma soprattutto a commentare tutti insieme.
Sanremo si Ama
Con Amadeus il Festival di Sanremo è tornato a essere “di tutti” come non succedeva da decenni.
Probabilmente il lockdown ha una parte del merito: mentre tutti eravamo chiusi in casa, anche chi lo avrebbe volentieri evitato si è ritrovato inevitabilmente coinvolto nel ciclone mediatico che rappresenta la settimana sanremese.
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Guardare lo stesso programma da soli ma insieme a tutta Italia, magari commentando sui social o nei gruppi Whatsapp ha creato un legame affettivo con il Festival, un senso di unione e appartenenza. Ma soprattutto ha dato il via ad una tradizione: Sanremo si guarda insieme. Riunendosi davanti a uno schermo o commentando attraverso i telefoni. Insieme ai propri amici e familiari, insieme all’Italia intera.
Se fino a qualche anno fa restare a casa per guardare Sanremo non era qualcosa di cui vantarsi, oggi il Festival si guarda per essere aggiornati e sentirsi parte di un fenomeno di portata nazionale. O semplicemente perché “Sanremo si Ama“.